
L’acqua, in apparenza calma e immobile, nasconde talvolta una forza che non perdona. È un elemento che ispira fiducia e paura allo stesso tempo, soprattutto nelle calde giornate d’estate, quando la tentazione di un bagno rinfrescante può spingere chiunque a sottovalutare i rischi. Le rive dei fiumi diventano luoghi di ritrovo, di svago, di spensieratezza. Ma basta un attimo, un errore, una corrente più forte del previsto, e tutto cambia.
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In questi spazi dove il tempo sembra rallentare e i pensieri si alleggeriscono, può succedere l’irreparabile. Non servono grandi rumori, né testimoni consapevoli: basta una distrazione. Un tuffo, una scivolata, un richiamo improvviso dal fondo di un fiume, e quel che doveva essere un pomeriggio di libertà si trasforma in attesa e paura. Il silenzio che resta dopo, rotto solo dal rumore dei motori dei soccorsi e dai passi nervosi sulla ghiaia, è forse la parte più difficile da sopportare.

La tragedia nel Pavese, vicino al Ponte della Becca
È accaduto nel tardo pomeriggio di mercoledì 23 luglio. Un ragazzino di 15 anni è stato visto cadere nelle acque del fiume Po, in un tratto ben conosciuto ma altrettanto insidioso: nei pressi del Ponte della Becca, a Linarolo, in provincia di Pavia, proprio all’altezza della confluenza con il Ticino. Da quel momento, il giovane non è più riemerso e sono scattate immediatamente le operazioni di soccorso.
A dare l’allarme sono stati alcuni bagnanti presenti sulla riva, che hanno visto la scena e hanno compreso subito la gravità della situazione. Non è ancora chiaro se il ragazzo fosse da solo o in compagnia di amici. Quello che è certo è che il punto in cui è scomparso è noto per le correnti forti e per la difficoltà di balneazione in sicurezza.
Intervento immediato dei soccorritori
Subito dopo la segnalazione, sul posto sono intervenuti gli specialisti del soccorso acquatico dei vigili del fuoco di Pavia, supportati dalle squadre dei nuclei sommozzatori regionali provenienti da Lombardia e Piemonte. Le ricerche sono proseguite fino al calar del sole e sono riprese nella mattinata di oggi, giovedì 24 luglio.
Le operazioni si concentrano in un’area particolarmente complessa da scandagliare, dove la visibilità sott’acqua è scarsa e la forza della corrente può trasportare corpi anche a grande distanza. I soccorritori stanno utilizzando battelli, attrezzature sonar e droni per monitorare dall’alto le acque del fiume. Nonostante gli sforzi, del ragazzo ancora nessuna traccia.

Una zona frequentata ma ad alto rischio
Il Ponte della Becca, con la sua architettura imponente e la posizione panoramica, è un luogo frequentato da residenti e turisti, soprattutto nei mesi estivi. Ma è anche uno dei punti più pericolosi del fiume Po, proprio per la confluenza con il Ticino che rende l’andamento dell’acqua particolarmente imprevedibile.
Ogni estate, le autorità locali lanciano appelli alla prudenza, raccomandando di non nuotare in tratti non sorvegliati e di prestare attenzione ai segnali di divieto. Eppure, come spesso accade, la voglia di refrigerio supera il senso del pericolo.
Attesa e speranza della comunità
Nel frattempo, la comunità di Linarolo e del Pavese resta con il fiato sospeso. Familiari, amici e semplici cittadini si sono radunati nei pressi della zona delle ricerche, in attesa di notizie. Il silenzio che avvolge la riva è interrotto solo dai segnali radio dei soccorritori e dalle voci basse di chi spera ancora in un ritrovamento.
La protezione civile, i carabinieri e i volontari continuano a collaborare con i vigili del fuoco per estendere il raggio delle operazioni, seguendo il corso del fiume verso valle. L’identità del ragazzo non è ancora stata ufficialmente diffusa, nel rispetto della famiglia.
Quella che doveva essere un’estate come tante si è trasformata in una lunga attesa carica di angoscia. Le acque del Po, affascinanti e pericolose, hanno inghiottito un’altra vita troppo giovane. E mentre i soccorsi proseguono, resta viva la speranza, fioca ma tenace, che da quel fiume possa ancora emergere una rispost