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“Orrore, non doveva succedere”. Garlasco, caos con De Rensis. La rivelazione scatena la rissa

Pubblicato: 24/07/2025 13:01

Il caso Garlasco torna a scuotere la prima serata, ma questa volta i riflettori sono tutti puntati sullo show in studio: la nuova puntata di Zona Bianca ha trasformato il delitto di Chiara Poggi in un vero e proprio talk da non perdere, condito da scontri legali e momenti di alta tensione. Il conduttore Giuseppe Brindisi ha guidato quasi tre ore di dibattito tra avvocati, giornalisti e opinionisti, con la presenza fissa di Antonio De Rensis per Alberto Stasi e Angela Taccia per Andrea Sempio, tra colpi di scena e dichiarazioni infuocate.

L’atmosfera era rovente fin dai primi minuti: la puntata si è svolta in parallelo alla terza udienza dell’incidente probatorio a Pavia, mentre la discussione su impronta 33 – la traccia chiave secondo Massimo Tizzoni, avvocato dei Poggi – ha messo tutti ai ferri corti. Ma ecco il twist: la traccia è solo una foto, non una prova materiale, e il dibattito si è infiammato con De Rensis che ha ribadito: “Questa non è un’indagine nell’interesse del condannato Stasi. È un’indagine nell’interesse della giustizia di cui non dobbiamo avere paura”.

Tra battute al vetriolo e accuse incrociate

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Angela Taccia ha scelto uno stile più pacato, ma non ha rinunciato a sottolineare l’importanza del ruolo dei difensori. Il giornalista Stefano Zurlo, collegato in diretta, ha messo in dubbio l’utilità dell’impronta 33, definendola “una fotografia” piuttosto che una prova davvero utile. “Mi pare che Tizzoni insista nel voler cercare le minuzie per capire se è di Sempio o no… è una fotografia, si può vedere oggi, domani…” ha commentato Zurlo, scatenando reazioni contrastanti in studio.

Non sono mancate prese di posizione forti: la giornalista Sabrina Scampini ha difeso la famiglia Poggi e il diritto a ulteriori analisi, lamentando le continue interruzioni e il clima teso: “Fatemi finire un discorso, così non si riesce a parlare”. Il pubblico si è ritrovato spettatore di un confronto serrato, in cui le parole non sono mai state leggere.

Il mistero di Ignoto 3 e la tensione che sale

Uno dei momenti più discussi è stato quello su Ignoto 3, misteriosa presenza nel Dna trovato nella bocca di Chiara Poggi, potenzialmente in grado di ribaltare l’intero caso. Un’esperta ha spiegato che il Dna, se ben conservato, potrebbe ancora essere confrontato, ma senza elementi da comparare “non serve”. Brindisi ha commentato: “La presenza di Ignoto 3 riscrive tutto”. De Rensis ha rincarato: “La contaminazione non deve accadere. Bisogna cercare assolutamente Ignoto 3, perché se viene identificato, Alberto Stasi esce”.

Angela Taccia ha ribattuto duramente: “Sembra che si voglia cercare per forza degli ignoti vicino al mio assistito. Non vorrei che, visto il fatto che non esce nulla su Andrea Sempio, ci si accanisse troppo per giustificare il capo d’imputazione alquanto bislacco”. La questione del “tampone orale” mai analizzato, contenente il Dna di Ignoto 3, ha acceso ulteriormente animi e studio: “Se sappiamo che c’è un Ignoto 3, dobbiamo tutti chiedere giustizia”, il coro di molti ospiti.

Scontri accesi e microfoni spenti: la tv diventa ring

La tensione ha raggiunto il culmine quando Brindisi ha chiesto a Zurlo se fosse normale parlare di “cappellate” in un’indagine così delicata. Il giornalista ha risposto: “Non lo è, ma errori del genere si sono già visti in altri casi”. De Rensis è andato su tutte le furie, contestando il verbale dell’interrogatorio di Sempio: “Se l’interrogatorio è finito e c’è una firma, mi dice come mai c’è scritto che è durato quattro ore?”. Zurlo ha ipotizzato che il verbale fosse rimasto aperto, ma De Rensis ha sbottato: “No, vabbè. Mi arrendo, non dico più niente”.

Il caso dell’ambulanza è stato chiarito dalla Taccia: il suo assistito aveva preso due Tachipirina 1000 e per sicurezza è stata chiamata l’ambulanza. Il clima era talmente acceso che Brindisi è dovuto intervenire: “Però si calmi, avvocato”, rivolto a De Rensis, cercando di riportare ordine e spegnendo i microfoni per evitare che il talk degenerasse. Un momento che ha dimostrato come il caso Garlasco riesca ancora, dopo vent’anni, a dividere e far discutere, con nuove piste investigative che promettono di riscrivere la storia e accendere le coscienze.

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