
Due auto della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria sono state date alle fiamme nella serata del 24 luglio nella Capitale. Il primo rogo è scoppiato intorno alle 22 davanti al ministero della Giustizia, in via Arenula, dove è stata incendiata un’auto della Penitenziaria. Quaranta minuti dopo, un secondo incendio ha coinvolto una volante davanti al Commissariato Viminale, nel centro storico romano.
Fra i due episodi, lo stesso individuo – immortalato dalle telecamere – avrebbe appiccato il fuoco a sterpaglie e rifiuti sulla rampa di accesso per disabili di via Bachelet, nei pressi del Consiglio Superiore della Magistratura. La dinamica fa pensare a un’unica mano dietro tutti gli atti incendiari: è scattata ora la caccia al piromane.
Le immagini di videosorveglianza incastrano un sospetto

Nel secondo episodio, il tempestivo intervento degli agenti ha limitato i danni all’auto, con la targa e il paraurti soltanto anneriti. Le telecamere hanno ripreso un uomo chinarsi nella parte posteriore della vettura e gettare un oggetto incendiario, forse una molotov.
Le stesse caratteristiche fisiche dell’uomo – descritto come alto e di carnagione chiara – sono state individuate nelle riprese della zona di via Arenula, rafforzando l’ipotesi della responsabilità di un solo autore.
L’episodio ha riportato alla memoria un precedente simile: nel 2012, sempre davanti al Viminale, un uomo appiccò il fuoco a una volante usando stracci imbevuti di liquido infiammabile, danneggiando anche altri veicoli in sosta.
Reazioni istituzionali e sindacali: “Attacco allo Stato”

Il vicepremier Antonio Tajani ha espresso piena solidarietà alle forze dell’ordine, definendo l’accaduto “un attacco alle istituzioni dello Stato” e sottolineando la necessità di essere vicini a chi ogni giorno garantisce la libertà dei cittadini.
Parole dure anche da parte di Enzo Letizia, segretario dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, che ha definito il gesto “deliberato e simbolico”, aggiungendo che “non può essere considerato un semplice atto vandalico, ma un’offensiva contro lo Stato stesso”.
Critiche alla sicurezza e richiesta di maggiori tutele
Dura la posizione del sindacato Siap, che per voce del segretario generale Giuseppe Tiani, ha denunciato “la carenza del dispositivo di controllo del territorio” e criticato “la gestione concentrata solo sui grandi eventi, a scapito della prevenzione”.
Anche Valter Mazzetti (Fsp Polizia di Stato) ha parlato di un “clima avvelenato di delegittimazione” verso chi rappresenta lo Stato, mentre Domenico Pianese (Coisp) ha evidenziato come “il volto delle forze dell’ordine sia sempre più spesso bersaglio di rabbia sociale e frustrazione”.
Infine, Felice Romano (Siulp) ha messo in guardia contro le “campagne denigratorie organizzate da chi cerca di delegittimare lo Stato e le sue forze di sicurezza”, chiedendo “strumenti normativi e organici adeguati per garantire una risposta immediata e forte”.
Indagini in corso
La Digos e gli investigatori della Questura di Roma stanno vagliando i filmati delle telecamere e raccogliendo testimonianze per risalire al responsabile. L’uomo è attualmente ricercato, ma gli inquirenti confidano che le immagini acquisite possano portare a una rapida identificazione.