
Una vicenda che aveva tenuto con il fiato sospeso familiari, amici e cittadini si è finalmente conclusa con un esito positivo. Dopo giorni di apprensione e incertezze, la giovane protagonista di questa storia è stata ritrovata in buone condizioni. Una notizia che ha riportato il sorriso ai volti di chi, con crescente angoscia, aveva seguito gli sviluppi del suo allontanamento.
Il caso si era intrecciato emotivamente anche con altri episodi simili, alimentando una certa preoccupazione generale. A rendere ancora più delicata la situazione, il momento particolare vissuto dalla ragazza, legato a un anniversario familiare significativo.

Ritrovata la 17enne scomparsa da Portacomaro: “Sta bene”
Aurora R., studentessa di 17 anni originaria di Portacomaro, in provincia di Asti, era scomparsa lo scorso 21 luglio, giorno in cui avrebbe dovuto incontrare la sorella a Torino. Tuttavia, le due non si erano mai viste. Da quel momento era calato il silenzio, e la giovane sembrava sparita nel nulla. Il contesto emotivo era particolarmente fragile: proprio in quei giorni ricorreva l’anniversario della perdita della madre, avvenuta quattro anni prima.
Le ultime immagini certe di Aurora risalivano alle 17:40 dello stesso giorno, quando era stata ripresa dalle videocamere della stazione di Torino Porta Nuova. Era sola, senza borsa, telefono o effetti personali, e indossava una canotta bianca, pantaloncini neri e scarpe da ginnastica bianche e nere, non le ciabatte rosa di cui si era parlato inizialmente.
“Non aveva con sé nemmeno un cambio”: la denuncia e gli appelli
A sollevare dubbi sull’ipotesi dell’allontanamento volontario era stato Fabrizio Pace, presidente dell’associazione Penelope Piemonte, impegnata nella ricerca di persone scomparse. “Il fatto che non abbia portato con sé nulla, nemmeno un ricambio, è un dettaglio che fa riflettere”, aveva sottolineato. La denuncia ufficiale parlava di allontanamento volontario, ma non si escludevano altri scenari.
Pace aveva inoltre rivolto un appello a chiunque potesse aver visto Aurora o si trovasse con lei, ricordando che “trattenere una minorenne può configurare un reato molto grave”. Il timore era che potesse non essere da sola, e che eventuali adulti coinvolti potessero non rendersi conto della gravità della situazione.
Fortunatamente, tutto si è concluso per il meglio. La ragazza è stata ritrovata viva e in salute, pronta ora a riabbracciare la sua famiglia. Un lieto fine atteso con ansia, che chiude una parentesi difficile per tutti.