
Anche le nuove analisi cliniche richieste dalla famiglia di Michele Noschese confermano quanto già emerso dall’autopsia eseguita nei giorni scorsi: nessun segno di violenza. A determinare la morte del deejay 35enne originario di Napoli, secondo la Guardia Civil spagnola, sarebbe stata la “continua assunzione di droga”. I nuovi esami – una TAC total body e una risonanza magnetica – sono stati eseguiti nella notte su sollecitazione del padre della vittima, il dottor Giuseppe Noschese, ex primario del pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, assistito dall’avvocata Rosanna Alvaro.
Mentre gli accertamenti scientifici proseguono, gli inquirenti continuano a raccogliere testimonianze. Nella giornata di giovedì è stato interrogato Raffaele Ricco, miglior amico di Michele e presente al momento del decesso. Ricco ha confermato quanto già dichiarato in precedenza al Corriere della Sera: “Lo hanno ammanettato mani e piedi, ansimava. L’ho visto esalare l’ultimo respiro”.
Nel frattempo stanno circolando alcuni video registrati da testimoni sabato mattina, poco prima della tragedia. Le immagini mostrano Michele aggredire un vicino di casa, l’82enne Xavier, afferrandolo alle spalle. La scena si è svolta all’interno del complesso residenziale di Roca Lisa, zona collinare di Santa Eulalia, a Ibiza. Diverse telefonate al 112 avevano segnalato gravi episodi di violenza e colluttazioni all’interno di un’abitazione del complesso.

Testimoni oculari raccontano di aver visto una giovane donna sudamericana, di circa 25 anni, scappare da casa di Noschese scavalcando un balcone. La ragazza, che sarebbe stata ospite da tre giorni, è fuggita nell’appartamento del vicino inseguita dal deejay. Non è ancora chiaro cosa abbia innescato la lite tra i due. Prima dell’aggressione, Michele avrebbe avuto anche una discussione violenta con due uomini nella sua abitazione.
Una vicina di casa di Michele, intervistata da El Diario de Ibiza, ha offerto un altro tassello al puzzle. “Mi sono svegliata alle 8 del mattino per delle urla. Sono uscita e ho visto Michele sul balcone del vicino, lo stava aggredendo”, ha raccontato. “Sembrava fuori di sé, forse in preda a un attacco psicotico o sotto effetto di stupefacenti”.
La donna ha poi riferito di aver gridato agli amici di Noschese, presenti nella casa: “Non è vostro amico? Fermatelo!”. La risposta, racconta, è stata agghiacciante: “È pazzo, è impossibile”. Poco dopo sono intervenuti gli agenti della Guardia Civil, la sicurezza privata del complesso e un’ambulanza, inizialmente allertata per soccorrere il vicino aggredito.

Secondo la ricostruzione fornita dalla testimone, i soccorritori si sono poi concentrati su Michele, che sarebbe morto per arresto cardiaco subito dopo l’arrivo dei militari. “Ci hanno detto che era deceduto, ma non ci hanno dato dettagli”, ha aggiunto la vicina.
L’intera vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica, sia in Spagna che in Italia. I familiari di Michele, in particolare il padre, chiedono trasparenza e approfondimenti completi su ogni aspetto legato al decesso. Intanto, i risultati scientifici sembrano andare in una sola direzione: nessun intervento violento esterno, ma un quadro clinico compromesso da un prolungato abuso di sostanze.
Gli sviluppi investigativi ora si concentrano anche sul contesto in cui è maturata la tragedia, compresi i rapporti con gli ospiti presenti nella villa e le dinamiche comportamentali di Michele nelle ore precedenti alla morte. Una tragedia che si è consumata in pochi attimi, ma il cui peso continua a farsi sentire.