
Una bambina di appena quattro mesi, con una diagnosi allarmante legata all’assunzione di sostanze stupefacenti, è al centro di una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e messo in moto una complessa macchina investigativa. Dopo il ricovero d’urgenza e la successiva fuga dei genitori, si è temuto il peggio per la sua sorte, fino a quando le autorità non sono riuscite a rintracciare la coppia e garantire assistenza alla neonata.
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Il caso ha acceso i riflettori su una situazione familiare critica e sulla necessità di una rete di controllo più efficace per le fasce vulnerabili. I primi segnali di miglioramento clinico della bimba erano stati oscurati da una fuga improvvisa e ingiustificata, che ha mobilitato forze dell’ordine, servizi sanitari e sociali in una corsa contro il tempo per mettere in salvo la minore.

Dopo quasi due giorni di ricerche ininterrotte, la coppia marocchina senza fissa dimora è stata rintracciata in un albergo di Striano, nel Napoletano, dai carabinieri della stazione locale. Con loro la piccola di quattro mesi, già ricoverata in codice rosso presso l’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, dopo che gli esami tossicologici avevano rilevato la presenza di cocaina nel suo organismo. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Nola, a supporto delle operazioni. La neonata è stata affidata ai Servizi Sociali, e secondo fonti sanitarie, si troverebbe in buone condizioni di salute.
La fuga dopo il ricovero in codice rosso
L’episodio aveva avuto origine nella notte tra il 22 e il 23 luglio, quando la piccola era arrivata in ospedale in uno stato soporoso, accompagnata dai genitori e da altri quattro figli. La gravità del quadro clinico aveva portato il personale sanitario a richiedere l’immediato intervento della Polizia, che ha avviato le prime verifiche. Il padre era stato condotto in Questura per ulteriori accertamenti, ma poche ore dopo era tornato in ospedale, riuscendo ad allontanarsi con la compagna e la neonata, che in quel momento era ancora sotto osservazione e aveva iniziato a mostrare lievi segnali di ripresa.
Il comportamento della coppia ha subito insospettito il personale medico, che ha lanciato l’allarme alle forze dell’ordine. Da quel momento sono scattate le ricerche a tappeto, coordinate su più fronti, nel tentativo di localizzare i coniugi e soprattutto di mettere in sicurezza la bambina, la cui salute appariva ancora fragile.
Un finale rassicurante, ma le indagini proseguono
A distanza di 48 ore, l’intervento dei carabinieri ha permesso di chiudere l’operazione con esito positivo. La piccola è ora al sicuro e seguita da una struttura dei Servizi Sociali, mentre resta ancora da chiarire la dinamica dei fatti e l’eventuale responsabilità dei genitori nella somministrazione involontaria o diretta della sostanza stupefacente.
Sulla vicenda vige il massimo riserbo, mentre gli inquirenti sono al lavoro per raccogliere elementi utili a definire il contesto in cui si è verificata l’intossicazione. Un’indagine che si preannuncia delicata, anche per la presenza di altri minori in carico alla stessa famiglia.