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Olimpiadi, mani della Lega su 7 anni di poltrone: lo stop del Colle svela il piano Salvini

Pubblicato: 25/07/2025 08:11

ROMA – Sembrava un emendamento tecnico, è stato un colpo di mano. La Lega ha tentato di prolungare fino al 2033 la vita della società pubblica incaricata di costruire le infrastrutture per le Olimpiadi Milano-Cortina. Sette anni di incarichi e stipendi, ben oltre la fine dell’evento. Ma a bloccare tutto, all’ultimo secondo, è stato il Quirinale. Uno stop deciso, che ha sventato il progetto fortemente voluto da Matteo Salvini.

Il meccanismo era semplice: sfruttare un passaggio del decreto Sport per garantire potere, controllo e nomine in una società creata solo per durare fino al 2026. Il piano è saltato a un passo dal voto, quando l’allarme è arrivato dal Colle a Palazzo Chigi, costringendo il governo a intervenire e ritirare l’emendamento.

Palazzo Chigi corre ai ripari dopo l’alt del Quirinale

Il testo, firmato dal leghista Gianangelo Bof, parlava di “valorizzare l’esperienza maturata” dalla società Infrastrutture Milano Cortina, proponendo la sua operatività fino al 31 dicembre 2033. Ma a stoppare tutto è stato un giudizio informale ma severo del Colle, arrivato tramite il sottosegretario Mantovano. Nonostante un tentativo di modifica dell’ultima ora — limitando la proroga alle sole opere “strettamente” legate ai Giochi — la pressione del Quirinale è diventata decisiva. L’emendamento è stato ritirato.

Ma il danno politico è fatto. In Aula, il governo non riesce neppure a garantire il numero legale: all’appello mancano sette deputati, la seduta viene sospesa. Un’umiliazione per la maggioranza, che obbliga Meloni a convocare d’urgenza i vertici della coalizione.

Bufera sull’uso dei fondi destinati alle vittime di mafia

Il decreto Sport nascondeva un’altra mina: la norma che prevede di spostare 43 milioni di euro dal fondo per le vittime di mafia, usura e femminicidio verso le spese di sicurezza delle Olimpiadi. Una scelta giustificata dal governo come “uso temporaneo di fondi non spesi”, ma che ha provocato proteste durissime e nuove perplessità dal Quirinale.

È solo uno dei segnali di una gestione opaca, in cui le Olimpiadi diventano il pretesto per dirottare risorse e consolidare potere. E mentre i cittadini chiedono trasparenza, l’esecutivo si ritrova costretto a difendere scelte politicamente esplosive.

Scontro sul tennis e Napoli esclusa dall’America’s Cup

La strategia di occupazione si estende anche al mondo dello sport. Il governo ha provato a scavalcare la Federazione Tennis nella governance delle Atp Finals, ridisegnando il comitato con sei membri, due dei quali nominati da Sport e Salute, struttura controllata dal Mef. Dopo uno scontro interno, Forza Italia impone un compromesso: la Federazione potrà rifiutare la nuova governance, ma perderà i fondi pubblici.

Clamorosa, infine, l’esclusione della Regione Campania dal comitato organizzatore dell’America’s Cup 2027 a Napoli: i tre delegati italiani saranno scelti da Sport e Salute, ministero dello Sport e Comune di Napoli. Nessun ruolo per la Regione, in un’escalation di tensioni con De Luca.

Maggioranza spaccata, Meloni teme il collasso

A Palazzo Chigi si accendono le spie rosse. Dopo il caos alla Camera, anche al Senato il Codice dello Spettacolo è passato con appena nove voti di margine. L’assenza di massa di molti parlamentari meloniani ha fatto esplodere la rabbia del ministro Ciriani.

Il quadro che emerge è una maggioranza in tilt, travolta da lotte intestine, sgambetti di potere e pressioni istituzionali. E il decreto Sport, nato per preparare i Giochi, rischia di diventare il simbolo della degenerazione clientelare del centrodestra. Con le Olimpiadi usate come pretesto per spartirsi il bottino.

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