
Dal Consiglio nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani riaccende il dibattito sullo ius scholae, affrontando di petto i dubbi della Lega e rilanciando una proposta già al centro di aspre polemiche. «Preferite i maranza o ragazzi che vanno a scuola per dieci anni con profitto e poi a 17 anni possono chiedere la cittadinanza e diventare italiani a 18?», ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri. Parole che mirano a tracciare una linea netta tra chi, secondo Tajani, sceglie l’integrazione attraverso lo studio e chi invece resta ai margini della legalità. «Io i maranza non li voglio», ha ribadito con fermezza.
Prevedendo le accuse di eccessiva apertura, Tajani ha respinto l’idea che lo ius scholae sia una norma indulgente: «Altro che norma lassista, è più severa di quella che c’è ora», ha affermato, segnando così un ulteriore punto di frizione con gli alleati leghisti, storicamente contrari a ogni forma di automatismo nella concessione della cittadinanza.

Giustizia e Medio Oriente al centro del discorso
Durante l’assemblea, il segretario di FI ha anche celebrato come una «vittoria epocale» la riforma della giustizia e, in particolare, la separazione delle carriere dei magistrati. Ha sottolineato che non si tratta di un attacco alla magistratura, ma di un passo per evitare che la giustizia diventi strumento politico. «Una corrente dentro la magistratura significa che quel magistrato che ti giudica appartiene ad uno schieramento politico», ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di garantire imparzialità.
Sul fronte internazionale, Tajani ha commentato la crisi in Medio Oriente. Ha chiesto «un cessate il fuoco immediato» nella Striscia di Gaza per fermare l’uccisione di civili, in particolare bambini, e ha aperto alla possibilità che l’Italia riconosca lo Stato di Palestina, purché in parallelo i palestinesi riconoscano lo Stato di Israele. Una posizione che si allinea a quella della Francia, ma con una condizione chiave che tiene aperto il confronto diplomatico.
Verso le Politiche del 2027: Tajani guarda al proporzionale
Tajani ha concluso con un messaggio agli alleati di centrodestra in vista delle elezioni politiche del 2027. Ha espresso la speranza che si arrivi a una legge elettorale proporzionale, simile a quella utilizzata per le Comunali e le Regionali. Un chiaro segnale di apertura a una competizione politica più articolata, capace di riflettere la pluralità interna alla coalizione e alle forze in campo.
Il Consiglio nazionale si è chiuso con l’approvazione delle modifiche statutarie che rafforzano il ruolo della base, con l’elezione dei segretari regionali e l’obbligo di due anni di tesseramento per partecipare al Congresso. Un passaggio che, nelle intenzioni del partito, vuole consolidare la democrazia interna e dare nuovo slancio all’organizzazione in vista delle sfide future.