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Stati Uniti, legge per esentare il Papa dalle tasse: a rischio la cittadinanza americana

Pubblicato: 25/07/2025 13:24

Un disegno di legge presentato alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti potrebbe mettere fine a un imbarazzante cortocircuito diplomatico: quello che vede papa Leone XIV, nato a Chicago, potenzialmente soggetto alla dichiarazione dei redditi presso l’IRS, il fisco americano. In assenza di una norma ad hoc, infatti, il pontefice rischierebbe di dover scegliere tra pagare le tasse negli Usa o rinunciare alla cittadinanza statunitense.

A lanciare l’iniziativa è il repubblicano Jeff Hurd, rappresentante del Colorado, insieme a sei colleghi dello stesso partito. La proposta, denominata Holy Sovereignty Protection Act, intende proteggere da imposizioni fiscali “inutili” qualunque cittadino americano che venga eletto a guidare la Chiesa cattolica. “L’elezione di Leone XIV è un evento storico anche per l’America”, ha dichiarato Hurd, “e non possiamo costringerlo a rinunciare alla cittadinanza per assolvere la sua missione spirituale e diplomatica”.

Tasse e cittadinanza, il nodo legale

L’attuale pontefice, Robert Francis Prevost, ha tre cittadinanze: statunitense, peruviana (ottenuta nel 2015 per diventare vescovo a Chiclayo) e, da eletto, vaticana. Ma per il sistema fiscale americano questo non basta: la tassazione è basata sulla cittadinanza, non sulla residenza. E la legge vigente prevede che anche chi ricopre incarichi presso governi stranieriinclusi i capi di Stato – debba presentare una dichiarazione dei redditi. Lo stesso Washington Post aveva sottolineato come il nuovo Papa sia soggetto agli obblighi fiscali come qualsiasi altro cittadino americano all’estero.

Non solo: secondo il sito The Pillar, sotto la lente del fisco Usa potrebbero finire anche fondi legati direttamente alla funzione papale, come l’Obolo di San Pietro, le raccolte destinate alle opere caritatevoli o i conti personali legati all’ufficio petrino. Si tratterebbe di un caso senza precedenti, in grado di sollevare interrogativi sulla sovranità vaticana e sui confini della fiscalità internazionale.

Un intervento bipartisan?

Sebbene il disegno di legge sia al momento sostenuto solo da deputati repubblicani, il tempismo dell’iniziativa – pochi mesi dopo l’elezione al soglio pontificio – fa pensare a un possibile coordinamento con la Casa Bianca. “Questa norma riconosce la natura straordinaria del papato”, ha affermato Hurd, “un ruolo che si trova all’intersezione tra fede, leadership e responsabilità globale”.

In attesa di un voto in aula, resta aperta la questione su come gli Stati Uniti intendano risolvere quello che rischia di diventare un caso spinoso tra diritto fiscale interno e diplomazia vaticana.

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