
Francesco Pagani è stato posto agli arresti domiciliari. È lui il conducente del pullman che il 19 maggio scorso, lungo la Pedemontana, ha travolto un camion in corsia provocando la morte della maestra Domenica Russo, 43 anni, e il ferimento di trenta bambini. L’autobus trasportava gli alunni di una scuola primaria di Cazzago Brabbia, in provincia di Varese: stavano rientrando da una gita al Museo del cavallo giocattolo di Grandate, nel Comasco. Secondo la procura di Como, l’uomo era distratto dal telefono cellulare al momento dell’impatto. Un’ipotesi che sarebbe confermata anche dalle telecamere di sicurezza dell’autostrada: un frame estratto dai video di sorveglianza dell’autostrada lo ritrae con il dispositivo in mano, a pochi istanti dallo scontro. Accanto a lui, seduta sul sedile anteriore del bus, c’era proprio la maestra poi deceduta.
Le immagini dell’incidente mostrano un impatto frontale violento, senza alcun segno di frenata o manovra d’emergenza. Il pullman piomba sul camion a velocità sostenuta e lo travolge, come se l’autista non avesse neppure visto il mezzo davanti a sé. Per gli inquirenti, il comportamento è compatibile con una distrazione prolungata, e l’uso del telefono mentre si guida — confermato dalla perizia — diventa un punto centrale nell’impianto accusatorio.
la procura chiede il carcere, il giudice sceglie i domiciliari
L’indagine è coordinata dal procuratore Massimo Astori e dal sostituto Simone Pizzotti, che avevano chiesto per Pagani la custodia in carcere con l’accusa di omicidio stradale aggravato. Secondo gli inquirenti, l’uso del cellulare configura una colpa grave, incompatibile con la professione di autista di pullman scolastici. La richiesta era motivata anche dal rischio di reiterazione del reato.
Ma il giudice per le indagini preliminari, Maria Elisabetta De Benedetto, ha sciolto la riserva e deciso per una misura meno afflittiva: arresti domiciliari. La misura è stata eseguita nella giornata di sabato dalla polizia stradale, che ha notificato il provvedimento al domicilio del conducente. La motivazione si basa sul fatto che non esiste più un rischio concreto di inquinamento delle prove: il cellulare è stato già sequestrato e analizzato.
la perizia sul telefono: era attivo durante la guida
Il dispositivo è stato affidato a un consulente tecnico incaricato dalla procura. La relazione del perito, già depositata agli atti, conferma che il telefono era attivo e in uso nei minuti immediatamente precedenti l’impatto. L’incrocio tra i dati digitali e le immagini di sorveglianza compone un quadro coerente secondo l’accusa: l’autista stava usando il cellulare, e non si sarebbe accorto in tempo della presenza del camion.
Secondo quanto trapelato dagli ambienti investigativi, sarebbe stato proprio quel frame estratto dal video — l’autista con lo sguardo rivolto verso il basso e il telefono tra le mani — a rafforzare l’ipotesi di un comportamento gravemente negligente. Il fatto che accanto a lui ci fosse la maestra rende ancora più drammatica la sequenza di immagini recuperate.
il silenzio dei difensori e l’attesa per l’interrogatorio
I legali di Pagani, gli avvocati Davide Conforti e Carola Balzarin, non hanno rilasciato commenti ufficiali. L’interrogatorio di garanzia, previsto nei prossimi giorni, potrebbe chiarire la linea difensiva e il comportamento dell’indagato dopo l’incidente. Al momento, Pagani non ha rilasciato dichiarazioni e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Intanto la comunità scolastica di Cazzago Brabbia resta sconvolta. La perdita della maestra, molto amata da colleghi e famiglie, ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Diversi bambini, oltre ai traumi fisici, stanno ricevendo supporto psicologico. Il rientro a scuola dopo la gita è stato segnato da un silenzio irreale e da una domanda che nessuno riesce ancora a formulare: poteva essere evitato?