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“Silenzio, non si può dire”. Garlasco, il dettaglio mai svelato su Chiara Poggi

Pubblicato: 26/07/2025 12:19

Il caso Garlasco torna a scuotere l’opinione pubblica e questa volta il dibattito si accende su un dettaglio rimasto troppo a lungo in ombra: la questione dei tamponi e delle analisi mai completamente chiarite, con un silenzio che sembra quasi imposto. Nell’ultima puntata di Quarto Grado, condotta da Gianluigi Nuzzi il 25 luglio 2025, il mistero attorno all’omicidio di Chiara Poggi si è arricchito di nuove tensioni, tra verità taciute e dettagli che nessuno sembra voler affrontare apertamente.

Il pubblico si è trovato davanti a una discussione animata, dove la traccia 33 – una controversa impronta di sudore e sangue individuata sulla scena del crimine – è diventata il centro di un acceso confronto tra consulenti, legali e giornalisti. Ma è stato il modo in cui si è parlato dei tamponi effettuati su Chiara Poggi a colpire davvero: un argomento tabù, affrontato con cautela e interruzioni, che ha scatenato la curiosità e le reazioni degli spettatori.

Il mistero dei tamponi: tra silenzi e tensioni in studio

A innescare la miccia è stato un momento di forte tensione in studio. Gianluigi Nuzzi, nel tentativo di fare chiarezza sulla scena del crimine, ha sollevato dubbi sui rilievi fatti con il manichino, mentre il tema dei tamponi – e in particolare la “garza contaminata” trovata in sala autoptica – è stato trattato con estrema cautela. Il genetista Marzio Capra ha rassicurato: “Era ammuffita, non fu usata per i confronti. Io e Garofano eravamo lì. La muffa c’era, posso assicurare che il Ris ha valutato tutto”. Ma il contraddittorio non si è spento: la difesa di Stasi ha subito ribattuto che “il tampone orale non venne nemmeno aperto”.

Le immagini mostrate in esclusiva durante la puntata – foto inedite della sala autoptica dell’ospedale di Vigevano – hanno aumentato la tensione. Si vedono, tra gli altri oggetti, la famigerata garza priva di protezione, elemento chiave per la ricostruzione degli eventi e per le ipotesi di contaminazione avanzate dalla difesa.

Tabù e doppi standard: quando parlare dei tamponi diventa un caso

Il punto più discusso della serata è arrivato quando Carmelo Abbate ha nominato il tampone vaginale durante la diretta. La reazione di Nuzzi è stata immediata: “Silenzio, evitiamo per rispetto della vittima”. Tuttavia, pochi minuti dopo, lo stesso termine è stato utilizzato senza problemi dal dottor Capra e dal generale Garofano. Una differenza di trattamento che non è sfuggita agli spettatori e che ha generato un’ondata di commenti sui social.

Su X, un utente ha scritto: “Nuzzi, prima Garofano ha nominato i tamponi rettali e vaginali senza problemi. Li nomina Carmelo Abbate e invece lo fermi perché non si può dire? 2 pesi e 2 misure”. Il tema è diventato virale, con molti che si chiedono perché alcuni argomenti scientifici rimangano ancora un tabù nella narrazione pubblica di casi di cronaca nera.

La questione della contaminazione e il rischio di verità mancata

Il dibattito si è poi spostato sul rischio di contaminazione nelle sale autoptiche. Il professor Alberto Bonsignore ha sottolineato: “Nelle sale autoptiche spesso si lavora con più postazioni in sequenza o contemporaneamente”. Un dettaglio non da poco, che alimenta i sospetti su eventuali errori nelle analisi e nella gestione delle prove.

La difesa di Sempio insiste: la presenza di Dna estraneo sulla scena del crimine, forse proveniente da un altro corpo, potrebbe cambiare radicalmente la ricostruzione dei fatti. Intanto, le immagini trasmesse dalla sala autoptica – tra cui la garza priva di protezione – diventano un ulteriore punto di discussione, alimentando dubbi e ipotesi che sembrano non trovare mai una risposta definitiva.

Social in fermento e interrogativi senza fine

Il popolo dei social non si tira indietro: la puntata di Quarto Grado riaccende vecchie polemiche e ne accende di nuove, con utenti che denunciano la presenza di un doppio standard nell’informazione televisiva. In molti si chiedono: perché certi dettagli non possono essere detti da tutti? E perché il rispetto per la vittima viene invocato solo in certi momenti?

Il clima resta teso e la verità sembra sempre più lontana. Gli interrogativi sollevati durante la trasmissione – dai rilievi con il manichino al ruolo dei tamponi – continuano a dividere l’opinione pubblica e a rendere il caso Garlasco uno dei gialli più discussi d’Italia.

Il profilo di “Ignoto 3”: un possibile colpo di scena?

Tutto ora ruota attorno al profilo genetico di “Ignoto 3”, il nuovo elemento emerso durante l’incidente probatorio. Se ritenuto attendibile, potrebbe riscrivere la storia dell’omicidio di Chiara Poggi, restituendo finalmente chiarezza a un caso che da troppo tempo vive di sospetti e mezze verità. Ma per ora restano solo domande, polemiche e un silenzio che pesa più di mille parole.

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