
Le zanzare continuano a rappresentare una minaccia concreta per la salute pubblica a livello globale, e l’allarme non riguarda più soltanto virus noti come il West Nile. Nuovi focolai infettivi spingono le autorità sanitarie a intervenire con rapidità. In un’estate già segnata da alte temperature e condizioni favorevoli alla proliferazione di questi insetti, un nuovo virus torna a far parlare di sé: la chikungunya, infezione virale trasmessa principalmente dalla zanzara tigre.
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Negli ultimi giorni, le autorità sanitarie italiane hanno rilevato nuovi casi sospetti sul territorio, attivando misure straordinarie di disinfestazione per contenere il rischio.

Allerta Chikungunya: disinfestazioni in Veneto e allarme in Emilia-Romagna
Un caso confermato di febbre da chikungunya ha portato l’Ulss 5 Polesana, in collaborazione con il Comune di Rovigo, ad avviare una disinfestazione straordinaria nella zona centrale della città, in particolare nelle aree attorno al Conservatorio Venezze. Il paziente, residente in Emilia-Romagna, aveva trascorso diverse ore nel centro di Rovigo prima della diagnosi. A Bentivoglio, in provincia di Bologna, è stato identificato un altro caso sospetto legato a un recente viaggio all’estero.
La chikungunya è un’arbovirosi: un’infezione causata da virus trasportati da artropodi. Si manifesta con febbre alta e intensi dolori articolari, sintomi che, come indica l’OMS, possono durare settimane o persino mesi. Il nome stesso della malattia, che deriva da una lingua africana, si traduce con “ciò che si piega”, in riferimento alla postura contratta assunta dai pazienti per il dolore.
Le zanzare italiane nel mirino: come si diffonde il virus
In Italia, la principale responsabile è la Aedes albopictus, nota come zanzara tigre. Attiva di giorno e molto resistente, è capace di trasmettere anche Zika e Dengue. Gli insetti depongono le uova in piccoli ristagni d’acqua, rendendo fondamentale la prevenzione ambientale: eliminare sottovasi, tombini e contenitori inutilizzati può fare la differenza.
Il virus, che ha già causato un’epidemia devastante tra il 2004 e il 2005, oggi è tornato a circolare in India, Africa e Sud-est asiatico. In Francia sono stati confermati dodici focolai locali, con quasi 800 casi importati.
Sintomi, trattamento e prevenzione
Il periodo d’incubazione va dai 4 agli 8 giorni dopo la puntura. I sintomi includono febbre, dolori muscolari, gonfiori articolari, stanchezza ed eruzioni cutanee. Il trattamento consiste in riposo, idratazione e antipiretici, come paracetamolo, evitando antinfiammatori fino all’esclusione della dengue. Attualmente esistono due vaccini, ma la loro distribuzione è ancora limitata.