
Quella del 2025 potrebbe essere ricordata come l’estate in cui l’Italia ha detto basta al turismo senza regole. Le immagini di turisti a piedi scalzi o a torso nudo sui sampietrini dei borghi costieri, così come la musica ad alto volume proveniente dalle barche al largo, rischiano di diventare un lontano ricordo. In tutto il Paese, dalle Dolomiti al Salento, passando per le spiagge sarde e i borghi liguri, sindaci e amministrazioni hanno messo in campo ordinanze e divieti contro l’overtourism, la malamovida e i comportamenti contrari al decoro urbano.
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La pressione generata da un turismo sempre più massificato, incentivato anche dai social network, ha spinto le autorità a intervenire in maniera decisa. L’obiettivo non è solo quello di garantire la sicurezza dei vacanzieri, ma anche di proteggere luoghi fragili e spesso sovraffollati.
La montagna sotto assedio: code e traffico
A Nord, nel cuore delle Dolomiti, il caso simbolo è quello del Seceda, dove ogni giorno quattromila persone si mettono in fila a Ortisei per raggiungere la vetta. Il fenomeno, esploso sui social con video virali che mostrano lunghe code, ha spinto le amministrazioni locali a valutare l’introduzione di limiti all’accesso. Si tratta di una risposta necessaria a un turismo di massa che rischia di compromettere l’integrità ambientale di uno dei paesaggi più iconici del Paese.
Nelle montagne valdostane, il problema principale è il traffico veicolare. Ad Ayas, alle pendici del Monte Rosa, si è intervenuti con il potenziamento delle navette e la trasformazione di tre parcheggi in aree a pagamento, per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Anche in Piemonte, a Crissolo, è stato imposto un limite di 150 auto al parcheggio nei pressi della torbiera di Pian del Re, alle sorgenti del Po.

In spiaggia solo con regole
Sulle coste, il contrasto all’overtourism si traduce in accessi contingentati. In Sardegna, alla celebre spiaggia di La Pelosa a Stintino, l’ingresso è limitato a 1.500 persone al giorno. Ma non è tutto: è vietato fumare, fare buche e si può stare sulla sabbia solo con stuoini. Regole pensate per tutelare un litorale soggetto a un afflusso turistico continuo e spesso maleducato.
Nel Lazio, a San Felice Circeo, sono stati imposti limiti alla vendita di alcolici per asporto e orari rigidi per la musica, differenziati tra centro storico e aree balneari. La misura punta a limitare gli effetti della movida notturna, spesso causa di degrado e disordini.
Malamovida e sicurezza: zone rosse e divieti
Le città costiere del Nord non sono da meno. In Friuli-Venezia Giulia, a Lignano Sabbiadoro, e in Veneto, a Jesolo, è stata istituita una zona rossa per contrastare la malamovida. Jesolo, che ogni anno registra circa 5 milioni di presenze, ha visto aumentare episodi di degrado e violenza notturna. A Chioggia, per motivi di sicurezza ambientale, sono state vietate le lanterne cinesi, considerate un pericolo per gli incendi boschivi, aggravati da caldo e siccità.
In tutta Italia, sono in vigore divieti per accendere fuochi in aree pubbliche, sia per eventi privati che manifestazioni pubbliche, una misura di prevenzione fondamentale durante la stagione estiva.
Decoro urbano: addio a piedi scalzi e torse nude
Le ordinanze non si fermano al contenimento degli eccessi di massa. In molte località si mira a ripristinare il decoro urbano. In Liguria, a Diano Marina, e in Toscana, a Marciana sull’Isola d’Elba, è vietato camminare a torso nudo per le vie del paese. A Marciana, il provvedimento si estende anche a chi cammina scalzo. Si tratta di una risposta a comportamenti sempre più frequenti, considerati irrispettosi dai residenti e dagli esercenti.
Stop alla musica in mare: nuove regole in Puglia
In Puglia, infine, è entrato in vigore il divieto di diffondere musica ad alto volume da barche a meno di 500 metri dalla costa, in particolare tra Gargano e Salento. Una misura pensata dalla Guardia Costiera per arginare un fenomeno in forte crescita: imbarcazioni private che trasformano il mare in discoteche galleggianti, spesso a ridosso delle spiagge frequentate da famiglie.

Verso un turismo più sostenibile
Le nuove ordinanze dell’estate 2025 rappresentano un tentativo concreto di regolamentare il turismo, garantendo sicurezza, rispetto ambientale e decoro. Se da un lato impongono limiti e restrizioni, dall’altro evidenziano la necessità di un modello di accoglienza più sostenibile, in grado di preservare le bellezze italiane senza rinunciare all’ospitalità.
Il turismo di massa non è più solo una questione di numeri, ma di equilibrio tra chi viaggia e chi quei luoghi li vive ogni giorno. Le regole, se rispettate, potrebbero segnare l’inizio di un nuovo modo di fare vacanza in Italia.