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Missile nel mare italiano, scatta l’emergenza: “Chiudete tutto, può esplodere!”

Pubblicato: 27/07/2025 08:22
missile perso mare Sardegna

C’è un missile nel Mar di Sardegna. Un ordigno vero, militare, e smarrito dalle stesse forze armate italiane. Un missile Aster 30, sofisticato e potenzialmente pericoloso, giace a oltre 600 metri di profondità a una decina di miglia nautiche dalla costa dell’Ogliastra, in un’area tra Tertenia e Villaputzu, nella Sardegna orientale. Nonostante l’accidentale perdita, il bagno in spiaggia sarà consentito, ma in mare aperto è in corso un’operazione delicata: il tentativo di recupero del missile è affidato a una società esterna, probabilmente Leonardo, incaricata dalla Difesa italiana. L’intervento è previsto per il periodo di Ferragosto, e si protrarrà fino al 20 settembre. Lo riporta Il Fatto Quotidiano.

Il missile non è stato ancora recuperato, e la profondità alla quale si trova rende l’intervento estremamente complesso. In caso di impossibilità di estrazione o disattivazione, si valuta l’ipotesi estrema: una esplosione controllata in fondo al mare.

Cos’è l’Aster 30 e perché è importante

Il missile Aster 30 è uno degli armamenti più avanzati del panorama europeo. Ha una gittata di 120 chilometri, è progettato per intercettare minacce aeree ed è utilizzabile sia da navi militari che da lanciatori terrestri. Fa parte del sistema Samp-T, e nasce dalla collaborazione del consorzio Eurosam, formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. Nel gennaio 2023, Italia e Francia hanno siglato un accordo per la produzione di 700 missili Aster destinati all’Ucraina, con un valore complessivo di 2 miliardi di euro.

La perdita di uno di questi missili durante un’esercitazione militare, avvenuta nella zona marina del Poligono interforze del Salto di Quirra – Perdasdefogu (Pisq), rappresenta un evento eccezionale ma non inedito. Secondo fonti militari, questi incidenti sono considerati “fisiologici” nel corso di attività complesse come le esercitazioni live.

Operazioni di bonifica subacquea e divieti

A partire dal 15 agosto 2025, e per oltre un mese, una vasta area di mare verrà interdetta alla navigazione, per permettere le operazioni di ricerca e bonifica. Si tratta di un quadrato marino con lati di circa venti chilometri, interdetto a qualsiasi unità navale, a due miglia nautiche dal punto previsto per l’intervento. Le attività di recupero saranno condotte da Leonardo, con l’ausilio delle unità navali NG Worker, Celina, Silvio I e Silvio II, oltre a un ROV (Remotely Operated Vehicle), un robot subacqueo specializzato.

L’ordinanza 33/2025 dell’Ufficio Marittimo di Arbatax regola le operazioni. Alle unità da pesca sarà richiesto di coordinarsi volta per volta via radio. La bonifica non riguarda solo il missile Aster: rientra in una più ampia attività di recupero e neutralizzazione di residuati bellici e materiali militari dispersi durante le esercitazioni.

Un incidente che solleva interrogativi

Già nel giugno 2025, con l’ordinanza 32/2025, erano state segnalate otto aree marine interessate da precedenti esercitazioni. In quel caso, era stato mobilitato anche un cacciamine per scandagliare il fondale tra le barche da diporto. L’incidente del missile Aster 30 si aggiunge a un elenco di episodi che, seppur tecnicamente previsti come eventualità, sollevano interrogativi sulla gestione delle esercitazioni in aree vicine alla costa.

La questione centrale riguarda il rischio ambientale e il potenziale pericolo per la popolazione: sebbene le autorità assicurino che non ci siano rischi per chi frequenta le spiagge, la presenza di un missile attivo, potenzialmente non disattivabile, a poca distanza da una zona turistica, rappresenta un fatto rilevante e senza precedenti recenti in Italia.

In attesa di capire se Leonardo riuscirà effettivamente a riportare in superficie il missile o sarà necessario procedere con una detonazione controllata, resta un dato: la Difesa ha perso un missile nel Mar di Sardegna. E ora deve fare i conti con la tecnologia, il tempo e la trasparenza.

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