
Il mondo della musica italiana saluta con commozione una figura che ha lasciato un segno profondo nella storia del pop e della canzone d’autore. Un nome che, anche se spesso lontano dai riflettori, ha saputo costruire carriere, emozioni e sonorità entrate nell’immaginario collettivo. Un maestro del suono e dell’anima, il cui tocco è stato fondamentale in alcune delle produzioni più amate degli ultimi decenni.
In tanti, tra colleghi e artisti, hanno espresso il proprio dolore per la sua scomparsa. Un ricordo in particolare, quello condiviso da un noto cantautore romano, ha colpito per la sua semplicità e sincerità: “Mi mancherai, maestro”, ha scritto. Una frase breve, ma piena di affetto e riconoscenza.
Una carriera costruita tra talento, intuizione e fedeltà alla musica
Celso Valli, scomparso oggi all’età di 75 anni, è stato tra i protagonisti più influenti della scena musicale italiana. Nato a Bologna il 14 maggio 1950, ha intrapreso il suo cammino artistico sin da giovanissimo, iscrivendosi a soli 15 anni al Conservatorio Giovanni Battista Martini. Fu Ettore Ballotta a guidarlo nei primi anni di formazione. Dopo un inizio con il gruppo rock progressivo Ping Pong e il successo con “Caro guida”, Valli intraprese un percorso da arrangiatore e produttore che lo avrebbe portato a collaborare con i più grandi.

Il suo nome compare nei crediti di album memorabili: “La vita è adesso” e “Oltre” di Claudio Baglioni, “Terra promessa” di Eros Ramazzotti, “Il mare calmo della sera” di Andrea Bocelli, “Resta in ascolto” di Laura Pausini, solo per citarne alcuni. Ha lavorato anche con Mina, Vasco Rossi, Giorgia, Miguel Bosé, Marcella Bella, Fiorella Mannoia e Gianni Morandi. Negli anni Ottanta e Novanta ha saputo intercettare i cambiamenti del panorama musicale, mantenendo sempre uno stile riconoscibile, fatto di raffinata eleganza e attenzione al dettaglio.

Il genio dietro le quinte di tante hit
Il suo contributo ha spesso fatto la differenza, come nel caso di “Cose della vita”, “Sally”, “Più bella cosa”, ma anche di brani meno noti al grande pubblico eppure determinanti per la crescita di molti artisti. La sua produzione è stata premiata con numerosi riconoscimenti, dai dischi d’oro al Latin Grammy Award, fino al Leone d’oro alla carriera nel 2006. Il sodalizio con Hans Zimmer e l’attenzione costante per l’innovazione hanno reso la sua figura rispettata anche fuori dai confini italiani.
Nel 2022 aveva pubblicato un album tutto suo, “Sette canzoni al piano”, quasi un testamento musicale che confermava la sua natura di artigiano del suono. Fino all’ultimo, Celso Valli ha mantenuto lo sguardo lucido sull’evoluzione della musica, dichiarando: “Non sono un trombone. Sono attento all’innovazione”. Un messaggio chiaro: restare fedeli alla qualità, ma senza paura di cambiare. La musica italiana perde oggi un pilastro silenzioso ma fondamentale, e con lui se ne va un pezzo della nostra memoria collettiva.