
A volte le imprese più grandi passano anche attraverso un’ingiustizia momentanea. E Nicolò Martinenghi lo sa bene: squalificato in semifinale ai Mondiali di nuoto 2025 di Singapore, poi riammesso dopo l’annullamento del verdetto, l’azzurro non si è fatto travolgere dall’amarezza e ha reagito con la forza dei campioni veri.
Oggi, 28 luglio, esattamente un anno dopo il trionfo olimpico a Parigi, ha conquistato un argento nei 100 rana che vale come un oro per tenacia, determinazione e per le vicissitudini che hanno preceduto la finale.
La rivincita di Singapore: solo Qin davanti a lui
In finale ha nuotato come un guerriero. Il cronometro si è fermato a 58”58, alle spalle solo del cinese Qin, che ha confermato il suo attuale dominio nella specialità. Ma il piazzamento sa d’impresa: Martinenghi è salito ancora una volta sul podio mondiale, resistendo alle pressioni, alle polemiche e a una squalifica poi annullata che avrebbe stroncato molti. Non lui, che ha trasformato l’ostacolo in un ulteriore stimolo.
Nato nel 1999, Martinenghi è ormai da anni il punto di riferimento della rana italiana e mondiale. La sua ascesa è cominciata nel 2019 agli Assoluti di Riccione, dove per la prima volta ha abbattuto il muro dei 59” nei 100 metri rana.

La straordinaria carriera di Martinenghi
Da lì in poi, è stato un susseguirsi di traguardi: bronzo olimpico a Tokyo 2020, oro europeo e mondiale a Budapest 2022, tripla incoronazione agli Europei di Roma con tre ori, argenti mondiali a Fukuoka e Doha, fino al trionfo a Parigi 2024, dove ha conquistato l’oro olimpico nei 100 rana.
Singapore aggiunge l’ennesima medaglia a un palmarès ormai leggendario. Ma più ancora della medaglia, resterà il segno della sua capacità di rimettersi in corsia dopo un’ingiustizia e rispondere in vasca. La sua è la storia di chi non si arrende mai, e anzi, trova nel momento difficile la scintilla per dare il meglio. Martinenghi, oggi, ha vinto due volte: in acqua e fuori.