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Tanto rumore per nulla: le vere conseguenze dei dazi Usa sull’Europa

Pubblicato: 28/07/2025 17:23

Non è il caso di scomodare Shakespeare, anche perché Donald Trump assomiglia poco a Re Lear, ma alla fine sto dazio che sa di “pizzo” come ben sanno i commercianti siciliani, ha trovato una forma, temporanea, sostenibile. La Ofelia europea von Der Leyen lo ha trattato al 15%, insieme all’altra estorsione, di energia e armi, da 750 mld di dollari.

Praticamente è come se ci stessimo comprando 7.500 F35, per trasformare in oggetti l’accordo raggiunto, 270 aerei a paese, se c’è li dividessimo alla pari. Certo questo non farà crescere per anni la nostra, europea, industria avionica ed aerospaziale, ma “chista è a zita”, la fidanzata, si dice a Palermo e pure a Bruxelles. Ci siamo sposati con i cugini americani nella seconda guerra mondiale, perché ci hanno liberato dal nazifascismo, e poi ci hanno finanziato, guadagnandoci come mercato di esportazione, la ricostruzione. Solo che ora siamo noi ad avere loro come mercato di esportazione e loro ci son rimasti male.

Trump nel suo solito stile enfatico di comunicazione parla di accordi storici, ma intanto dureranno finché c’è lui alla Casa Bianca, e poi se guardiamo ai dati non è un granché. La verità è che la prossima recessione americana brucerà molto di più di 750 mld nei prossimi anni di presidenza MAGA, e prima o poi qualcuno, nel campo conservatore o degli scettici, aprirà gli occhi. Una cifra del genere si brucia in tre giorni di Wall Street al forte  ribasso, non è una grande cifra per un gigante economico come quello statunitense, è una boccata di ossigeno, non un investimento duraturo, ma il malato è  ancora debilitato.

La crisi economica statunitense è nei fondamentali, l’apparato tecnologico e di innovazione, che non tira più come una volta e non è più senza concorrenza. Nel dopoguerra c’era solo l’IBM, oggi i giganti cinesi, giapponesi, indiani o koreani hanno numeri imponenti. Nel mondo globale gli americani non sono più i primi per distacco, come non lo sono più nei giochi olimpici. Solo nell’apparato militare hanno ancora una supremazia, fino a quando la Cina non si costruirà una cinquantina di nuove portaerei, rispetto alle 3 attuali, e quando vogliono i cinesi fanno tutto in poco  tempo. E la supremazia da millenni si fa sui mari, visto come è fatto l’orbe terraqueo. L’impero mandarino non è mai stato una potenza marinara, ma nemmeno gli Stati Uniti lo erano fino a 100 anni fa.

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