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“Un giorno buio”. Dazi, la Francia attacca von der Leyen: “Una resa totale”

Pubblicato: 28/07/2025 14:38

In Europa non si placano le polemiche sull’accordo raggiunto tra Unione europea e Stati Uniti per scongiurare l’introduzione dei dazi del 30 per cento su tutti i prodotti europei, minacciati da Donald Trump. Un’intesa che, se da un lato ha evitato il peggio, dall’altro ha scatenato una bufera politica, in particolare in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron e i suoi ministri hanno apertamente criticato la linea della presidente della Commissione europea.

A farsi portavoce del malumore è stato François Bayrou, primo ministro francese, che non ha usato mezzi termini: «È un giorno buio quando un’alleanza di popoli liberi, uniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, decide di sottomettersi». Parole che suonano come un’accusa diretta alla Commissione guidata da Ursula von der Leyen, colpevole – secondo Parigi – di aver ceduto troppo facilmente ai diktat americani.

Parigi: “Accordo sbilanciato, rischio irrilevanza”

Anche il ministro per gli Affari europei Benjamin Haddad ha espresso forti riserve. Se da un lato ha riconosciuto che l’intesa porterà «stabilità temporanea agli attori economici minacciati dall’escalation doganale americana», dall’altro ha evidenziato come si tratti di un «accordo sbilanciato». Ma soprattutto ha lanciato un allarme strategico: «È un cambiamento strutturale. Dobbiamo trarne rapidamente le conseguenze oppure rischiamo l’irrilevanza. Si tratta di una sfida tanto economica quanto politica».

Una posizione che segnala chiaramente l’insoddisfazione della Francia nei confronti di una Commissione percepita come troppo remissiva, in un momento in cui l’Europa è chiamata a mostrare unità e forza negoziale.

Orban affonda: “Ursula battuta, intesa peggiore della Brexit”

Alle critiche francesi si aggiunge, con toni ancora più duri, quella del premier ungherese Viktor Orban, che ha ironizzato sul confronto tra Trump e von der Leyen: «Donald Trump si è mangiato Ursula von der Leyen a colazione. Lui è un negoziatore dei pesi massimi, lei dei pesi piuma». Secondo Orban, l’accordo raggiunto sarebbe «peggiore di quello ottenuto dal Regno Unito», e difficilmente potrà essere venduto all’opinione pubblica come un successo.

Von der Leyen difende l’intesa: “Senza l’accordo sarebbe stato il disastro”

Da parte sua, Ursula von der Leyen ha difeso il risultato ottenuto. Ha ricordato che, senza l’intesa, «dal primo agosto saremmo stati con una tariffa al 30 per cento», mentre ora si è riusciti a limitarla al 15 per cento, una soglia che, pur restando penalizzante, «ci permette di avere accesso al mercato statunitense». La presidente della Commissione ha poi sottolineato l’importanza della diversificazione commerciale: «Stiamo aprendo nuovi mercati, dal Messico all’Indonesia, dal Mercosur all’India».

L’Europa tra realtà e percezione

Il compromesso con gli Stati Uniti, in apparenza pragmatico, mette in evidenza le difficoltà dell’Unione nel mantenere una posizione unitaria e incisiva nello scenario globale. Il rischio, come ammonisce Parigi, è che Bruxelles venga percepita come un attore secondario, più attento a evitare il peggio che a costruire un’alternativa forte.

E in questo contesto, la questione dei dazi diventa il simbolo di un confronto più ampio tra visione strategica e gestione dell’emergenza. L’Europa cerca una sintesi, ma la frattura tra chi punta a nuovi equilibri e chi vede soltanto cedimenti sembra sempre più evidente.

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