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“Così Trump ha messo fine alla Ue”. Panico a Bruxelles, viene giù tutto

Pubblicato: 29/07/2025 11:44
Trump messo fine Ue

Le parole sono taglienti, il tono è quello tipico della propaganda politica americana più radicale. Il commento pubblicato su X (ex Twitter) da Joey Mannarino, stratega conservatore statunitense vicino all’ex presidente Donald Trump, ha fatto rapidamente il giro delle piattaforme, accendendo un nuovo fronte di polemica sull’accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti. Secondo Mannarino, l’intesa rappresenta una disfatta completa per Bruxelles, a tal punto da mettere in discussione perfino la tenuta stessa del progetto europeo.
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Il suo messaggio non lascia spazio all’interpretazione: “Trump potrebbe aver appena posto fine all’Unione Europea”. Una dichiarazione tanto estrema quanto emblematica di una narrazione che negli ultimi giorni si è fatta sempre più accesa: da una parte l’entusiasmo della destra trumpiana, dall’altra il malcontento crescente tra i sostenitori di una visione multilaterale delle relazioni internazionali. A colpire, tuttavia, non è solo la sostanza del post, ma anche i toni violenti e denigratori utilizzati nei confronti di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea.

Mannarino: “Trump ha ottenuto tutto, l’Europa niente”

Nel suo lungo post, Mannarino afferma che l’accordo siglato tra Washington e Bruxelles “sta venendo fatto a pezzi da tutti”, anche da coloro che in passato si erano espressi a favore del progetto europeo. A suo dire, l’intesa commerciale in questione sarebbe così squilibrata da spingere perfino gli europeisti più convinti a ipotizzare la necessità di accordi bilaterali tra i singoli Stati e gli Stati Uniti, bypassando la mediazione comunitaria.

Ma è il giudizio su Trump a rappresentare il cuore della dichiarazione: “Trump è davvero il maestro dei maestri quando si tratta di negoziare”, scrive Mannarino. Secondo lo stratega, l’ex presidente avrebbe ottenuto “ogni singolo punto che voleva”, mentre l’Unione Europea sarebbe uscita a mani vuote, senza nemmeno una concessione significativa da esibire.

La critica si concentra anche sulla comunicazione ufficiale seguita alla firma dell’accordo: “Si è potuto vedere persino nella conferenza stampa”, afferma Mannarino, “sembrava appena stata violentata da uno dei migranti a cui aveva permesso di invadere l’Europa”. Parole gravissime, che accostano in maniera brutale la presidente della Commissione a un’immagine di violenza e trauma, rivelando un uso della retorica profondamente offensivo e carico di riferimenti ideologici.

L’accordo Ue-Usa e la strategia sovranista

Al centro della polemica c’è l’accordo commerciale recentemente concluso tra l’amministrazione americana e l’esecutivo europeo, che prevede nuove tariffe e impegni in ambito energetico e militare. L’intesa ha già suscitato dibattiti all’interno dell’Unione, con diverse forze politiche — soprattutto quelle sovraniste e conservatrici — che accusano Bruxelles di aver ceduto troppo facilmente a Washington, senza ottenere in cambio vantaggi reali per le imprese e i cittadini europei.

Nel linguaggio di Mannarino, questa narrazione assume i toni di una vittoria totale per Trump: l’ex presidente repubblicano, se rieletto, potrebbe utilizzare questo episodio come prova della sua capacità negoziale e della debolezza strutturale dell’Unione Europea quando si tratta di difendere i propri interessi in campo internazionale.

Il riferimento alla presidente von der Leyen, descritta con toni violenti e sessisti, si inserisce nel solco di una comunicazione che fa del linguaggio estremo una strategia deliberata per rafforzare la coesione ideologica all’interno del fronte conservatore.

Il dibattito politico si infiamma

L’intervento di Mannarino è solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi politici provenienti dal mondo conservatore americano all’Unione Europea e alla sua classe dirigente. In molti, soprattutto tra gli analisti geopolitici, sottolineano come queste dichiarazioni siano parte di una strategia comunicativa studiata per delegittimare le istituzioni multilaterali e rafforzare l’idea di un mondo fondato su rapporti bilaterali, in cui ogni Paese tratta esclusivamente in base ai propri interessi, senza vincoli sovranazionali.

Il post ha sollevato numerose critiche anche per l’uso di immagini violente e discriminatorie, che hanno portato diversi utenti e osservatori a denunciarne il contenuto, evidenziando il rischio di normalizzazione del linguaggio d’odio nel dibattito pubblico internazionale.

Nonostante ciò, il messaggio ha avuto ampia diffusione tra gli account di orientamento sovranista, alimentando l’idea che l’Unione Europea sia ormai un attore secondario sulla scena globale, incapace di reggere il confronto con le grandi potenze, e che l’unica via percorribile sia quella del ritorno alle sovranità nazionali.

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