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Il leader palestinese, svolta storica: “Hamas deponga le armi e lasci Gaza”

Pubblicato: 29/07/2025 08:57
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Hamas deve “deporre le armi”, “rilasciare gli ostaggi” e “rinunciare al controllo di Gaza”. È la linea tracciata dal primo ministro palestinese Mohammad Mustafa, intervenuto alla conferenza dell’Onu dedicata alla soluzione a due Stati. Lo riferisce il Times of Israel, rilanciando un messaggio che potrebbe segnare un cambio di fase: l’Autorità nazionale palestinese si dice pronta a rientrare a Gaza, ma solo a precise condizioni.

Mustafa ha rivolto un appello diretto alla comunità internazionale: “Tutti i Paesi hanno la responsabilità di agire ora per porre fine alla guerra contro il nostro popolo a Gaza e in tutta la Palestina, per garantire il rilascio degli ostaggi e i prigionieri e per assicurare il ritiro delle forze di occupazione israeliane”. E ha aggiunto che l’Anp è pronta a collaborare con una forza araba per contribuire alla stabilizzazione della Striscia dopo il conflitto.

Il nodo Hamas e il ruolo degli Stati arabi

Nel suo discorso, il premier ha suggerito che Hamas trasferisca le armi all’Autorità nazionale palestinese, rilanciando di fatto un’ipotesi di disarmo del movimento islamista. È un punto su cui anche Israele potrebbe convergere, ma non senza contraddizioni: Tel Aviv continua a rifiutare un ritorno dell’Anp a Gaza, pur riconoscendo la necessità di un interlocutore palestinese moderato.

In questo contesto, gli Emirati Arabi Uniti e altri Stati del Golfo si sono dichiarati disponibili a sostenere la transizione, ma condizionano il loro impegno al coinvolgimento dell’Anp. Una linea che si scontra con la tradizionale diffidenza israeliana verso Ramallah, spesso equiparata ad Hamas nonostante le profonde differenze politiche e strategiche.

Verso una nuova fase politica

Mustafa ha insistito sulla necessità di riunificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ponendo fine a occupazione, assedio, insediamenti, sfollamenti forzati e annessioni. Solo così, ha detto, si potrà “ricostruire Gaza con e per il nostro popolo, porre fine all’occupazione, raggiungere l’indipendenza palestinese e attuare la soluzione dei due Stati, in cui Palestina e Israele vivano fianco a fianco, in pace e sicurezza”.

Un appello che, nelle intenzioni, mira a riaprire il dossier diplomatico nel momento in cui il conflitto ha superato i nove mesi e continua a mietere vittime. Ma resta da vedere se Israele, gli Stati arabi e le stesse fazioni palestinesi saranno disposti ad accettare un passaggio politico delicato e pieno di insidie.

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Ultimo Aggiornamento: 29/07/2025 09:00

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