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Si sente male, corre in ospedale, poi la tragica scoperta: tutto inutile. Enorme tragedia

Pubblicato: 29/07/2025 17:02

In quella mattina di luglio, il cielo si era presentato con un azzurro intenso, promettendo una giornata serena, una di quelle perfette per il riposo estivo. Un uomo si è alzato con il peso di un malessere inatteso, un fastidio al petto che ha iniziato a farsi strada con prepotenza. Ha cercato aiuto, ha bussato alla porta accanto, sperando di trovare un appiglio, un modo per placare quella sensazione crescente di disagio.

Ha percorso le strade di una località sconosciuta, con l’ansia che saliva a ogni curva. Ha pensato di aver trovato la soluzione, un luogo dove poter ricevere l’aiuto necessario. La speranza si è scontrata con una realtà inaspettata, un muro invalicabile, un’assenza che ha lasciato il cuore senza battito, in un silenzio assordante.

La tragedia di Comacchio

Una domenica di luglio si è trasformata in tragedia a Comacchio, dove un turista milanese di 56 anni ha perso la vita a causa di un arresto cardiocircolatorio. L’uomo, in vacanza nella località balneare, ha accusato forti dolori al petto. Ha chiesto al vicino di accompagnarlo al pronto soccorso che aveva cercato su internet. Giunti all’ospedale San Camillo di Comacchio, hanno scoperto una realtà sconcertante: il reparto di emergenza era chiuso da oltre dieci anni.

Nonostante l’intervento tempestivo dei carabinieri e del 118, per il 56enne non c’è stato nulla da fare. La situazione clinica era troppo grave. I soccorritori hanno tentato l’impossibile, ma il cuore del paziente non si è mai ripreso. La crisi cardiorespiratoria che lo aveva colpito era già in fase avanzata al momento dell’arrivo in ospedale.

L’importanza di allertare il 118

L’azienda sanitaria locale, la Ausl, ha fornito chiarimenti sull’accaduto. Ha specificato che la struttura ospedaliera di Comacchio dispone di un centro assistenza per casi a bassa criticità. Ha sottolineato con forza l’importanza di allertare immediatamente il 118 in situazioni di emergenza, invece di recarsi in autonomia al pronto soccorso. L’Ausl ha ribadito che patologie come l’infarto e l’arresto cardiaco sono tempo-dipendenti. Un intervento rapido e qualificato, fornito dal servizio di emergenza territoriale, migliora significativamente le possibilità di sopravvivenza e riduce le complicanze. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla corretta informazione riguardo alla disponibilità dei servizi di emergenza in località turistiche.

Questa triste vicenda rappresenta un monito chiaro per tutti. In un’emergenza sanitaria, ogni secondo conta. La scelta di recarsi autonomamente in una struttura ospedaliera, senza la guida dei soccorsi preospedalieri, può rivelarsi fatale. Il servizio 118 è progettato per garantire un soccorso rapido ed efficace, con personale specializzato e attrezzature idonee a gestire situazioni critiche sin dal primo contatto. La speranza è che questa tragedia possa sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di un comportamento corretto e consapevole in caso di emergenza medica.

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