
Un pomeriggio assolato si è trasformato in un’attesa straziante. Ogni minuto trascorso ha gravato come un macigno sul cuore, mentre il tempo sembrava fermarsi. L’angoscia ha attanagliato l’anima, sperando in un arrivo che pareva non giungere mai.
Poi, l’eco lontana di una sirena ha squarciato il silenzio opprimente, portando con sé una flebile speranza. Ma anche quell’attimo di sollievo si è dissolto nell’aria, lasciando solo il sapore amaro di un’attesa troppo lunga e un dolore inspiegabile.
Un’attesa drammatica e fatale
La storia di Carlotta, una bambina di appena 12 anni, è una vicenda che scuote le coscienze e solleva interrogativi profondi sul sistema di soccorso in Italia. Carlotta ha aspettato oltre due ore l’arrivo di un’ambulanza, un’attesa che si è rivelata purtroppo fatale. Tornata da una vacanza in Svizzera con i suoi genitori, la bambina ha avvertito un malore improvviso nei pressi delle giostre di Amaroni, in provincia di Catanzaro. Ha accusato un forte dolore dorsale, irradiato allo stomaco, e ha perso la sensibilità alle gambe.
Le prime cure sono state prestate all’ospedale di Soverato. Qui, i medici hanno immediatamente compreso la gravità della situazione e hanno disposto il trasferimento a Catanzaro per eseguire ulteriori e più approfonditi accertamenti. Una decisione cruciale, considerata l’urgenza del caso. Tuttavia, proprio in questo frangente, è emersa la problematica maggiore: il ritardo nell’arrivo del mezzo di soccorso necessario per il trasferimento.

L’indagine e le ricostruzioni
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha prontamente aperto un fascicolo d’indagine per accertare eventuali responsabilità mediche. La pm, Francesca Del Cogliano, ha affidato l’incarico al medico legale, Isabella Aquila, per l’esecuzione dell’autopsia, un passaggio fondamentale per comprendere le cause precise del decesso e l’impatto del ritardo. Sarà presente anche Katiuscia Bisogni, consulente di parte nominata dai familiari, a dimostrazione della loro ferma volontà di fare piena luce sull’accaduto.
Secondo quanto ricostruito, il sabato sera verso le 22, Carlotta ha accusato il malore. Arrivata all’ospedale di Soverato accompagnata dai genitori, la situazione ha richiesto il trasferimento immediato. I genitori di Carlotta hanno più volte offerto di far intervenire un’ambulanza privata a proprie spese, ma la risposta dei sanitari di Soverato è stata categorica: si doveva attendere l’ambulanza proveniente da Maida. Anche gli operatori di un’altra ambulanza del 118, che da Soverato dovevano tornare vuoti a Catanzaro, si sono detti disponibili al trasporto, ma hanno ricevuto la medesima risposta negativa. L’ambulanza da Maida è giunta all’ospedale di Soverato dopo circa due ore dalla chiamata, un lasso di tempo che si è rivelato, purtroppo, un’eternità.
Le conseguenze fatali del ritardo
Giunta finalmente all’ospedale di Catanzaro, Carlotta ha manifestato difficoltà respiratorie, perdendo poi conoscenza. Pochi istanti dopo, ha cessato di vivere. Una tragedia che ha lasciato i genitori in un dolore inconsolabile e con un unico, straziante interrogativo: un soccorso più tempestivo avrebbe permesso ai medici un intervento più efficace e cure più appropriate?
I genitori di Carlotta desiderano ardentemente comprendere le ragioni di un’attesa così prolungata. Vogliono sapere perché un’ambulanza ha impiegato circa due ore per giungere a destinazione in una situazione di emergenza così critica. Il loro avvocato ha chiesto che si faccia piena luce su ogni aspetto della vicenda. L’autopsia, che si terrà a breve, fornirà i primi elementi utili all’indagine, un passo cruciale per dare risposte a una famiglia distrutta dal dolore e per garantire giustizia a Carlotta. La sua storia deve servire da monito per il futuro, affinché simili tragedie non si ripetano mai più.