
Quando una persona sparisce nel nulla, il tempo diventa un nemico silenzioso. Ogni ora che passa può allontanare la possibilità di un lieto fine. E mentre le ricerche si fanno sempre più intense, familiari e soccorritori vivono nell’attesa di un segnale, anche il più piccolo, che possa portare a una svolta. In alcuni casi, basta un oggetto ritrovato per riaccendere le speranze o per confermare timori che nessuno ha il coraggio di esprimere.
È proprio un dettaglio apparentemente secondario a dare oggi una nuova direzione alle operazioni condotte da giorni in una zona impervia e isolata del sud Italia.
Le tracce del dottor Antonio Blaganò
Le ricerche di Antonio Blaganò, 67 anni, medico in servizio presso la guardia medica di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, proseguono senza sosta. Il dottore è scomparso la notte del 24 luglio: secondo le ricostruzioni, sarebbe uscito dalla struttura intorno alle 5 del mattino, come documentato da alcune telecamere di sorveglianza. Da quel momento, però, di lui si sono perse le tracce. L’auto è stata rinvenuta poco dopo, col motore ancora acceso, lungo via Galassi, una stradina di campagna in prossimità del fiume Savuto, al confine con il territorio di San Mango D’Aquino.
A ridosso di quella zona, nella mattinata di martedì 30 luglio, durante un pattugliamento, una squadra dei Vigili del Fuoco ha trovato un paio di occhiali che sarebbero compatibili con quelli indossati dal medico. Il ritrovamento è avvenuto in un’area boschiva e difficilmente accessibile, e potrebbe rappresentare un punto chiave per restringere il campo delle ricerche.

L’appello del figlio: “Serve agire subito”
Nel frattempo, anche i familiari continuano a chiedere che venga fatto tutto il possibile. Francesco Blaganò, figlio del medico, ha lanciato un appello accorato alle istituzioni. Dall’estero, dove vive e lavora, ha sollecitato un intervento urgente e ha chiesto che vengano analizzati tutti i dati possibili, inclusi quelli del cellulare del padre: “Non basta trovarlo, ma trovarlo in fretta. Se vogliamo trovarlo ancora in vita”.
A oggi, le squadre di soccorso continuano a battere la zona con l’ausilio di droni, elicotteri, unità cinofile e volontari. Nessuna pista viene esclusa, ma tra le ipotesi più accreditate non si esclude un malore improvviso o un incidente in zona impervia.