
Durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha lanciato un appello forte e diretto contro quella che ha definito una vera e propria “malattia sociale”. L’oggetto della sua critica sono le dinamiche comunicative contemporanee, sempre più dominate da una connessione continua e compulsiva attraverso i social media.
Secondo il Pontefice, viviamo immersi in un flusso ininterrotto di contenuti digitali, fatto di immagini, notizie e stimoli che spesso non sono né verificati né autentici. «Siamo iperconnessi e sovraccarichi di stimoli», ha dichiarato, «e questo ci trascina in una tempesta emotiva dove i sentimenti si confondono e si moltiplicano in modo caotico». Una riflessione che punta il dito sulla fragilità comunicativa dell’era digitale, in cui la superficialità prende il sopravvento sull’ascolto e sulla profondità.
Il pontefice: “Dobbiamo guarire”

Il Papa ha sottolineato come questa confusione generata dalla sovraesposizione mediatica stia causando un isolamento silenzioso e pericoloso. «Oggi molte persone vivono isolate nella loro disperazione», ha detto, evidenziando il rischio che l’apparente vicinanza virtuale nasconda in realtà una profonda solitudine relazionale.
Nel corso del suo intervento, Leone XIV ha invitato tutti i fedeli a «pregare per chi è stato ferito dalle parole», sottolineando l’importanza di un linguaggio che non sia solo tecnicamente corretto, ma anche umano e responsabile. «Abbiamo bisogno di chiedere al Signore di guarire il nostro modo di comunicare, affinché non diventi uno strumento di divisione e sofferenza», ha detto, ribadendo il valore di una comunicazione prudente e sincera.
La diplomazia come via per risolvere i conflitti
Infine, il Pontefice ha ricordato che solo attraverso un dialogo aperto e rispettoso sarà possibile superare anche i conflitti globali: «La diplomazia rimane la strada maestra per risolvere i contrasti tra le nazioni e tra le persone». Un monito che assume un valore ancora più profondo in un’epoca in cui le parole, più che mai, possono costruire oppure distruggere.