
L’immagine della politica europea piegata a interessi altrui, incapace di difendere la propria autonomia, ha animato il dibattito politico nelle ultime ore, con parole dure pronunciate nei confronti della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. A scatenare la polemica, l’incontro a porte aperte con l’ex presidente statunitense Donald Trump e la successiva ratifica dell’accordo commerciale USA-Europa sui dazi, considerato da più parti una concessione sbilanciata a favore di Washington.
Leggi anche: “Ursula umiliata così!”. Il video diventa subito virale sui social
Lo scenario appare quello di un’Europa divisa, dove l’equilibrio tra sovranità economica e compromesso diplomatico sembra ogni giorno più precario. La tensione si riflette non solo nelle sedi istituzionali ma anche nei talk televisivi, diventati ormai un’arena dove le opinioni si fanno più esplicite e, talvolta, impietose.
La polemica esplode a In Onda su La7
Nel corso della trasmissione In Onda, programma di approfondimento politico in onda su La7, condotto da Marianna Aprile e Luca Telese, il tema dell’accordo ha trovato spazio attraverso le parole di Daniela Preziosi, ex giornalista del Manifesto oggi firma del quotidiano Domani. La sua analisi è stata netta, senza sconti, soprattutto nei confronti della leader tedesca.
“Non voglio personalizzare su Ursula Von der Leyen, ma è un pezzo del problema dell’Europa”, ha esordito Preziosi. Poi l’attacco si è fatto più diretto: “La scena dell’accordo è penosa, con lei che dice a Trump ‘ma sei bravissimo, noi ti abbiamo fatto del male’. Ma quando mai. Non è questa la lettura che dovrebbe dare una conservatrice del Ppe, ma un europeo, punto”.

Una critica alla postura politica europea
Nel suo intervento, Preziosi ha criticato l’intera impostazione politica dell’Unione, accusando la presidente della Commissione di aver accettato condizioni troppo deboli nella trattativa. “Ha accettato di lavorare a mani legate, su scelte suggerite da governi quasi tutti di destra”, ha detto la giornalista, sottolineando la mancanza di una strategia efficace nei negoziati con Washington.
Secondo Preziosi, “siamo dei pessimi negoziatori, perché siamo arrivati al tavolo senza usare tutte le armi a disposizione”. Un’accusa che mette in discussione non solo la figura della Von der Leyen, ma anche l’intera direzione intrapresa dalla Commissione in politica commerciale.
L’attacco: “Si è arresa a Trump, come con un fazzoletto bianco”
La giornalista ha poi evocato un paragone forte e simbolico, citando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “È stato più dignitoso lui, bullizzato alla Casa Bianca, ma almeno ha combattuto. Von der Leyen è andata lì con un fazzoletto bianco”. Un’immagine evocativa, che suggerisce una resa silenziosa dell’Europa nei confronti del potere statunitense.
Preziosi ha parlato di tradimento del mandato del Parlamento europeo, affermando che Von der Leyen avrebbe scelto di appoggiarsi alla destra europea piuttosto che tenere fede agli impegni presi con chi l’ha sostenuta politicamente all’inizio del suo mandato.
L’accusa alla politica economica: “Nessuna tassa alle big tech”
Nella sua invettiva, Preziosi non ha risparmiato neanche la politica fiscale dell’Unione, denunciando il cedimento sull’introduzione delle tasse alle big tech. “Siamo andati lì senza nemmeno dire che vogliamo tassare i colossi digitali”, ha dichiarato. Un riferimento implicito alla linea morbida assunta dai governi europei, e in particolare dall’Italia, nei confronti delle multinazionali tecnologiche statunitensi.
Secondo la giornalista, il governo italiano sarebbe stato “il primo a dire che andava bene così”, sottolineando una mancanza di visione e coraggio politico nel difendere gli interessi economici europei in un mercato globale sempre più competitivo e polarizzato.
Un’Europa in difficoltà tra nazionalismi e compromessi
Le parole pronunciate nel talk di La7 riflettono un disagio più ampio. L’Europa appare, in questa narrazione, stretta tra la pressione dei nazionalismi interni e la necessità di stringere accordi con potenze esterne. Preziosi ha sottolineato come la politica europea stia diventando una “coalizione che simpatizza a destra”, evidenziando il ruolo crescente di governi conservatori che influenzano le decisioni della Commissione.
La vicenda dell’accordo con gli Stati Uniti non è quindi solo una questione economica o commerciale: è diventata un simbolo dello stato di salute della politica europea, delle sue alleanze e delle sue vulnerabilità.
Una chiamata alla dignità politica europea
In conclusione, il discorso della Preziosi rappresenta una critica aperta alla postura politica dell’Unione europea, e in particolare alla leadership della Von der Leyen, accusata di avere rinunciato alla dignità istituzionale in nome di un pragmatismo che, secondo alcuni, sconfina nella sottomissione.
Con toni duri ma lucidi, la giornalista ha lanciato un appello alla classe dirigente europea: recuperare il senso di responsabilità verso i cittadini dell’Unione, ristabilendo equilibrio nei rapporti internazionali e recuperando una voce autonoma e autorevole nei tavoli che contano.