
Era una sera d’estate come tante, in una città che, nonostante le difficoltà, cerca ogni giorno di respirare normalità. Le luci dei locali ancora accese, il traffico che lentamente si spegne, le voci dei passanti che si fanno eco lungo i marciapiedi. Nelle zone di confine tra i quartieri popolari, la vita scorre con ritmi diversi: qui la sera arriva più tardi e le tensioni sono pronte ad affiorare sotto una superficie solo apparentemente tranquilla.
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Le città, si sa, hanno i loro punti ciechi. Sono strade che tutti conoscono ma in pochi frequentano davvero, attraversate ogni giorno da migliaia di persone eppure dimenticate, lasciate a un equilibrio fragile tra marginalità e sopravvivenza. È in questi luoghi che spesso si consuma ciò che non dovrebbe mai accadere, tra un lampione che non funziona e una telecamera puntata altrove.
La vittima colpita a morte in corso Giulio Cesare
È proprio in uno di questi angoli, al confine tra i quartieri Aurora e Barriera di Milano, che ieri sera si è consumato l’ennesimo episodio di violenza urbana. Un uomo di circa trent’anni, di origine nigeriana, è stato ucciso a coltellate in corso Giulio Cesare, una zona tristemente nota per episodi di degrado e spaccio. L’aggressione è iniziata poco dopo le 21 sul lungo Dora Savona, ed è culminata in un vero e proprio agguato all’altezza del civico 14.
Secondo quanto emerso, la lite è nata nei pressi di un chiosco di kebab e sarebbe degenerata in pochi minuti. Prima le urla, poi gli spintoni e infine una lama: la vittima è stata raggiunta da almeno quattro colpi, all’addome e al torace, e si è accasciata al suolo senza possibilità di salvarsi.

Indagini in corso e identità ancora ignota
La polizia, con la Squadra Mobile guidata dal dirigente Davide Corazzini, sta cercando di ricostruire l’intera dinamica dei fatti. Insieme a lui, sono intervenuti anche la dirigente delle Volanti Edvige Strina, la responsabile della sezione Omicidi Valentina Costa, e il pubblico ministero Laura Longo. Sul posto è arrivata anche la Polizia Scientifica, impegnata nei rilievi tecnici.
L’arma del delitto non è ancora stata ritrovata. Le forze dell’ordine stanno acquisendo i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, che potrebbero fornire elementi determinanti per identificare l’autore dell’omicidio. Le indagini proseguono serrate, mentre la città attende risposte.
Una scia di sangue che non si arresta
Non è la prima volta che corso Giulio Cesare è teatro di simili episodi. Poco distante, al civico 25, il ventenne marocchino Hamza Moufiki fu ucciso con modalità analoghe: anche in quel caso l’arma fu un coltello, e l’assassino — un ragazzo di 17 anni — venne arrestato dopo una breve fuga. Più di recente, nella notte tra il 2 e il 3 maggio, a perdere la vita fu il diciannovenne Mamoud Diane, colpito alla schiena da una coltellata. Il responsabile è tuttora in fuga.
Questi fatti hanno riportato all’attenzione pubblica le condizioni di insicurezza e abbandono in cui versano intere zone della città. “Una morte annunciata”, ha dichiarato Patrizia Alessi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 7. “In corso Giulio Cesare e lungo Dora Savona la violenza è quotidiana. I cittadini sono spaventati, servono interventi urgenti”.

Un territorio in cerca di riscatto
Tra le vie del nord di Torino si respira oggi un misto di paura e rassegnazione. I residenti chiedono più presenza delle forze dell’ordine, ma soprattutto interventi strutturali capaci di ridare dignità a quartieri dimenticati, dove troppo spesso la criminalità prende il sopravvento.
Nel frattempo, la caccia all’uomo prosegue. Gli inquirenti confidano nei video e nelle testimonianze per risalire al responsabile. Ma la vera domanda resta sospesa nell’aria: quante altre volte dovrà accadere prima che qualcosa cambi davvero?