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Borseggiatori nella metro: la gente si fa giustizia da sola

Pubblicato: 31/07/2025 09:06
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Ogni giorno, centinaia di persone attraversano i tunnel sotterranei della metropolitana di Roma. Studenti, pendolari, lavoratori, turisti: un flusso continuo di volti e passi che si muove tra le fermate di Termini, Tiburtina, Ottaviano o Piramide. Ma insieme a loro, spesso inosservati, viaggiano anche borseggiatori professionisti, che hanno trasformato i vagoni e le banchine in un campo d’azione sistematico. E se da una parte le autorità parlano di prevenzione e controllo, dall’altra cresce la rabbia di chi, stanco di subire, ha iniziato a fare giustizia da solo.
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L’esasperazione che sale dal sottosuolo

A scatenare polemiche e indignazione è stato un video pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter), accompagnato da un commento lapidario ma significativo: “Ogni giorno squadre ben organizzate di borseggiatori mettono sotto assedio la metro di #Roma, la gente esasperata si fa giustizia da sola!”. Nelle immagini, si vedono alcuni cittadini che bloccano una presunta ladra all’interno della metropolitana. Non è il primo episodio del genere e non sarà l’ultimo.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Il video è diventato virale, scatenando centinaia di commenti indignati e una valanga di condivisioni. Il tono dominante è quello della frustrazione: i romani si sentono abbandonati dalle istituzioni, in una battaglia quotidiana contro bande ben organizzate che sembrano agire con la certezza dell’impunità.

Un assedio quotidiano sotto gli occhi di tutti

Le squadre di borseggiatori operano spesso in gruppo, con movimenti coordinati e una straordinaria abilità nel passare inosservate. Colpiscono soprattutto in prossimità delle porte dei vagoni, approfittando di ogni spinta, ogni fermata, ogni distrazione. Gli obiettivi preferiti sono gli zaini aperti, le tasche posteriori, le borse lasciate incustodite per pochi secondi.

Molti dei borseggi avvengono in orari di punta, quando il sovraffollamento rende difficile anche solo accorgersi dell’accaduto. Ma i cittadini non sono ciechi. Anzi, iniziano a memorizzare volti, a riconoscere movimenti sospetti, a segnalare. Alcuni, come mostrano i video, decidono di intervenire direttamente, fermando i sospetti e costringendoli a restituire quanto rubato.

Il fallimento del controllo pubblico

La domanda che si pongono in molti è semplice: dove sono le forze dell’ordine? Nonostante le rassicurazioni, le dichiarazioni, i progetti straordinari annunciati periodicamente, la sensazione diffusa è che la metro di Roma sia fuori controllo. Le pattuglie, quando ci sono, appaiono insufficienti. Gli addetti alla sicurezza delle aziende di trasporto spesso non hanno gli strumenti né l’autorità per intervenire concretamente.

In questo vuoto istituzionale si inserisce la reazione popolare: la “giustizia fai da te”. Ma è una soluzione pericolosa. Da un lato evidenzia l’estremo disagio dei cittadini, dall’altro rischia di sfociare in episodi di eccesso o addirittura di linciaggio, con tutte le conseguenze penali del caso. Eppure, come sottolineano molti commenti sui social, la colpa di tutto questo non può essere attribuita a chi ha subito furti ogni giorno, senza vedere mai una risposta efficace da parte dello Stato.

Una città che chiede protezione

Il problema dei borseggi a Roma non è nuovo. È una questione strutturale, che riguarda sicurezza urbana, decoro, legalità. Ma ora è anche una questione di tensione sociale. Quando i cittadini iniziano a sostituirsi alle forze dell’ordine, il segnale è chiaro: qualcosa si è rotto. La fiducia nelle istituzioni è in crisi. E Roma, capitale europea e crocevia turistico internazionale, non può permettersi di abituarsi a questa deriva.

La metro romana, oltre a essere un’infrastruttura fondamentale, è anche uno specchio della città: se lì regnano disordine e paura, è difficile convincere i cittadini che fuori, in superficie, le cose vadano meglio. Per questo serve un intervento immediato, concreto, visibile. Non bastano più le operazioni spot o i proclami: serve una strategia, una presenza costante, un’azione coordinata tra Comune, forze dell’ordine e aziende di trasporto.

Intanto, sotto terra, la guerra ai borseggiatori continua ogni giorno, in una città dove chi scende le scale mobili guarda ormai con sospetto chiunque si avvicini troppo. E dove, sempre più spesso, l’idea di difendersi da soli non è più un’eccezione, ma l’unica via che molti credono di avere.

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