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“Il corpo segato in tre parti, poi la calce”. Alessandro ucciso da madre e fidanzata: il folle movente

Pubblicato: 31/07/2025 20:28

Orrore a Gemona del Friuli: un uomo è stato trovato fatto a pezzi e nascosto nella calce viva. Il corpo smembrato è stato scoperto oggi, giovedì 31 luglio, all’interno di un’autorimessa in via dei Lotti, nella borgata di Taboga. I resti erano nascosti in un bidone coperto di calce, probabilmente per accelerare la decomposizione e nascondere l’odore.

La vittima è Alessandro Venier, 35 anni. Per il suo omicidio sono state arrestate due donne: la madre, Lorena Venier, 62 anni, e la compagna, Marylin Castro Monsalvo, 30 anni, originaria della Colombia. Sarebbero state loro stesse a chiamare il 112, dopo giorni di silenzio. Le due donne avrebbero confessato, ma il movente resta ancora oscuro.

Secondo una prima ricostruzione, l’omicidio sarebbe avvenuto alcuni giorni fa, all’interno dell’abitazione dove le tre persone vivevano insieme. Pare che una lite familiare per futili motivi abbia innescato l’escalation di violenza. Tuttavia, gli investigatori non escludono altre ipotesi e stanno analizzando in dettaglio i rapporti tra madre, figlio e compagna.

La causa dell’orrore

Sono ancora da chiarire sia le modalità del delitto che il movente. L’unica cosa certa è che la salma di Venier si trovava nell’autorimessa, in un grande bidone. Non solo: il corpo era stato sezionato in tre pezzi, prima di essere sistemato nel contenitore, coperti poi da calce viva per evitare che il cattivo odore con il passare del tempo potesse insospettire i vicini.

Dalle notizie trapelate, le due donne avrebbero riferito che un paio di sere fa tra loro e l’uomo ci sarebbe stata una violenta lite. Non casuale: sarebbe stato l’ennesimo scontro in un clima di crescenti vessazioni. Prima di mettersi a tavola, è cominciata la discussione perché Alessandro Venier, che avrebbe dovuto occuparsi perlomeno della cena, in realtà non aveva preparato nulla.

Una situazione tesa e difficile, perché nella placida periferia friulana con la nascita della piccola i componenti della famiglia erano diventati quattro e a mantenere tutti era soltanto lo stipendio di mamma Lorena, la quale, seppure apprezzata caposala nel locale ospedale, non guadagnava cifre altissime.

L’uomo dunque, sentendosi fortemente criticato da parte delle due donne per le mancate occupazioni domestiche e nonostante la collaborazione che aveva assicurato, si sarebbe scagliato su entrambe per controbattere alle lamentele. A questo punto la ricostruzione si ferma e prosegue «nel campo delle ipotesi e delle illazioni» come ha precisato anche la procuratrice aggiunta di Udine, Claudia Danelon.

La sostituta procuratrice di Udine, Claudia Danelon, ha invitato alla prudenza: «Stiamo vagliando con attenzione le ricostruzioni fornite. Il quadro familiare è complesso e servono accertamenti scientifici e medico-legali per chiarire le responsabilità». La magistratura non esclude colpi di scena.

All’interno della casa non è stato trovato il corpo, ma tracce di una probabile colluttazione. Il cadavere è stato rinvenuto solo successivamente nell’autorimessa, tagliato in tre parti e nascosto in un bidone coperto di calce. Gli inquirenti sospettano che il trasporto sia avvenuto dopo il delitto, per tentare di occultare il corpo.

Marylin Castro Monsalvo, compagna della vittima, aveva partorito una bambina a gennaio. La piccola, di appena sei mesi, è stata affidata ai servizi sociali. Il padre, Alessandro Venier, non era stato riconosciuto dal proprio genitore, un cittadino straniero. Portava quindi il cognome della madre, conosciuta a Gemona come infermiera della zona.

Dopo l’arresto, la comunità è sotto shock. Il sindaco di Gemona, Roberto Revelant, ha dichiarato: «A mia memoria non è mai accaduto nulla di simile. È un fatto gravissimo e straziante. La nostra priorità ora è tutelare la bambina». Il primo cittadino ha espresso vicinanza alla minore e ha garantito l’impegno dell’amministrazione e dei servizi per assicurarle un futuro stabile.

Le indagini sono condotte dai carabinieri di Udine, con il supporto della scientifica. Si cerca di ricostruire con precisione la dinamica del delitto, il ruolo di ciascuna donna, e il tempo esatto in cui è avvenuto il crimine. Tutto lascia pensare a un dramma maturato all’interno delle mura domestiche.

Nel frattempo, il paese resta scosso. Una famiglia apparentemente normale si è trasformata in teatro di un crimine brutale. Gli inquirenti stanno anche raccogliendo testimonianze da vicini e conoscenti, per capire se ci fossero tensioni pregresse, segnali o episodi che potessero anticipare un simile epilogo.

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Ultimo Aggiornamento: 31/07/2025 22:16

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