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“Lo abbiamo trovato così”. Nicola era scomparso da un anno: il drammatico annuncio

Pubblicato: 31/07/2025 16:45

Un nome che ha tenuto col fiato sospeso tutta la community per mesi. Nicola Ivaldo, medico ortopedico di 66 anni, era scomparso da quasi un anno, lasciando amici, colleghi e conoscenti aggrappati a una speranza. Oggi, giovedì 31 luglio, la notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere: il suo corpo senza vita è stato ritrovato sulla parete nord del Monviso, a oltre 3.100 metri d’altitudine, nel canale Perotti. Un luogo affascinante e temuto delle Alpi Cozie, diventato palcoscenico di un epilogo doloroso.

La sua storia ha toccato il cuore di molti, trasformando la cronaca in un racconto umano fatto di attese, ricerche interrotte dal maltempo, e quel mix di speranza e paura che solo chi ha vissuto un’attesa simile può davvero comprendere.

Droni, soccorritori e l’ultimo atto di una ricerca senza sosta

L’avvistamento decisivo è arrivato grazie a un sorvolo con droni specializzati, ripreso dopo l’ennesima pausa forzata dalle condizioni meteo. Appena individuato il corpo, le squadre dei Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese e Guardia di Finanza si sono attivate senza esitazione. Il recupero, mai semplice a quelle altitudini, è avvenuto nel canale più a destra sopra il ghiacciaio, proprio dove le ultime segnalazioni telefoniche avevano suggerito di cercare mesi prima.

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Social sconvolti: il dolore della community per Nicola Ivaldo

Sui social la notizia si è diffusa rapidamente. Un collega ha scritto: “È stato ritrovato il corpo dell’amico Nicola Ivaldo disperso da un anno sul Monviso”, aggiungendo: “Una montagna maledetta in cui hanno perso la vita il caro amico fraterno Jimbo e Nicola con cui abbiamo condiviso 10 anni di attività operatoria e clinica quotidiana”. E ancora, tra i messaggi: “Mi illudevo e speravo avesse scelto di sparire volontariamente, anche se conoscendolo sapevo che non poteva essere”. Parole che raccontano tutta la fragilità e la forza di una comunità colpita da una perdita così grande.

La reazione online è stata intensa: dolore, incredulità, ma anche gratitudine per gli sforzi di chi non ha mai smesso di cercare e sperare. Un mix di emozioni che testimonia quanto il destino di Nicola sia entrato nella quotidianità di molti.

L’ultima traccia: la scomparsa e le ricerche senza fine

Nicola Ivaldo era originario di Pietra Ligure, un professionista noto e stimato, sparito il 15 settembre 2024 durante un’escursione solitaria. L’ultimo segnale del suo cellulare fu registrato proprio nella zona del ritrovamento, mentre la sua auto venne trovata parcheggiata a Castello, vicino alla diga di Pontechianale, nel Cuneese. Le ricerche si concentrarono subito lì, ma per mesi nessuna traccia concreta aveva permesso di risolvere il mistero.

Una storia che ha tenuto banco nei gruppi e tra le chat di chi frequenta la montagna, tra chi sperava e chi temeva il peggio. Il Monviso, con la sua maestosità e i suoi pericoli, ha segnato per sempre questa vicenda.

Le nuove ricerche e l’addio di una comunità unita

Nei giorni scorsi, su richiesta della Prefettura, un nuovo coordinamento tra forze dell’ordine e squadre specializzate aveva rilanciato la ricerca, sfruttando i dati delle celle telefoniche e la tecnologia di droni ed elicotteri. Martedì 29 agosto si era ripartiti con un piano d’azione sistematico, nonostante il meteo difficile.

Il ritrovamento di oggi chiude un capitolo doloroso per familiari, amici e colleghi, che per dieci mesi non hanno mai smesso di sperare. Una storia che ci ricorda quanto ogni scomparsa sia una ferita collettiva, e quanto la solidarietà e la tenacia possano fare la differenza anche di fronte agli scenari più tragici.

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Ultimo Aggiornamento: 31/07/2025 16:49

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