
Un richiamo alimentare può scattare anche a titolo precauzionale, soprattutto quando si parla di prodotti largamente consumati. La sicurezza alimentare resta una priorità, e anche una semplice anomalia può bastare per far scattare le procedure di ritiro. In questi giorni è stato segnalato un caso che riguarda un prodotto molto diffuso nel nostro Paese: un tipo di formaggio fresco, confezionato e venduto su larga scala.
Le aziende coinvolte hanno agito tempestivamente per evitare rischi ai consumatori, invitando a non consumare l’alimento sospetto e a riportarlo nel punto vendita per la sostituzione o il rimborso. Le analisi sono in corso per verificare l’origine del problema e accertare che non si tratti di una contaminazione più ampia.

Il caso delle mozzarelle e della caciotta ritirate
Nel dettaglio, il richiamo riguarda una mozzarella fresca a marchio Granarolo, confezionata in buste da tre pezzi da 100 grammi ciascuno. Il lotto segnalato è il numero 192, con scadenza 03 agosto 2025. Il prodotto è stato realizzato nello stabilimento della Centrale del Latte del Molise Srl, con sede a Vinchiaturo, in provincia di Campobasso, per conto di Granarolo SpA.
L’allerta è partita direttamente dall’azienda produttrice, che ha riscontrato una possibile presenza di frammenti di plastica all’interno del prodotto. Alcune catene della grande distribuzione, tra cui Coop e Il Gigante, hanno già provveduto a rimuovere le confezioni dai propri scaffali. Anche se non vi è ancora un comunicato ufficiale del Ministero della Salute, si tratta di un richiamo formalizzato, e i consumatori sono invitati a non consumare la mozzarella eventualmente acquistata, ma a restituirla al punto vendita.

Parallelamente, è stato ritirato anche un lotto di caciotta di bufala stagionata, venduta a marchio Fattoria Garofalo, a causa della presenza di Escherichia coli. Il prodotto è stato realizzato dal Caseificio La Vecchia Masseria di Diana Luigi a Villa Literno, nel casertano, e venduto in confezioni sottovuoto da circa 400-500 grammi, con scadenza 30 novembre 2025.
In entrambi i casi, il consiglio è uno solo: non consumare il prodotto e segnalarne l’acquisto. La prevenzione resta la chiave per garantire la salute pubblica.