
È morto il rapper romano Jesto. Ad annunciare la morte del 41enne è stato per primo Fedez che sui suoi social ha commentato: “Riposa in pace leggenda del rap (quello vero)”. Jesto è stato uno dei nomi più influenti della scena hip hop italiana tra la fine degli anni Duemila e l’inizio del decennio successivo. Jesto, all’anagrafe Justin Yamanouchi, classe 1984, è stato un riferimento assoluto per il freestyle, le battle e il rap da competizione, in un’epoca in cui il movimento era ancora underground, distante dalle logiche del mercato e della visibilità mainstream.
Morte di Jesto: un talento carismatico e fuori dagli schemi

L’annuncio della morte di Jesto è arrivato tramite una Instagram Story pubblicata da Fedez, che ha ricordato con emozione il suo primo 2theBeat, la storica competizione di freestyle dove si esibiva anche Jesto. “Vederlo sul palco mi fece capire cosa significasse avere carisma sul palco”, ha scritto Fedez, definendolo una “leggenda del rap” e sottolineando come, a quei tempi, si rappava “solo per la fotta e la passione”.
A corredo del messaggio, un’immagine sgranata e gialla di Jesto con microfono alla mano, durante una performance visibilmente energica. Uno scatto che riassume quell’attitudine viscerale, feroce e carismatica che lo ha sempre accompagnato.
L’impatto culturale di Jesto sulla scena underground

Jesto è stato per anni una voce fuori dal coro, provocatoria, irriverente, spesso divisiva ma mai banale. Conosciuto per il suo stile diretto e per le sue rime taglienti, è riuscito a costruirsi un’identità forte lontano dalle logiche commerciali, guadagnandosi l’affetto di un pubblico fedele e appassionato.
Nel mondo dell’hip hop, la credibilità si costruisce sul palco, e sono in molti a riconoscere a Jesto un’autenticità rara. Ed è proprio questo che emerge dal tributo di Fedez: un ricordo che, al di là di ogni conferma, ci ricorda quanto alcune presenze siano fondamentali per la crescita collettiva di una scena musicale.
Morte di Jesto: la biografia artistica
Jesto, pseudonimo di Justin Yamanouchi, è nato a Roma il 25 novembre 1984. Figlio dell’annunciatrice radiotelevisiva Teresa Piazza e del cantautore Stefano Rosso, ha ereditato il cognome dell’attore giapponese Haruhiko Yamanouchi, all’epoca marito della madre. È fratello di Taiyo Yamanouchi, noto anche come Hyst.
Nel 2003, appena ventenne, pubblica il suo primo EP “Coming Soon”. Si fa notare per le sue abilità nel freestyle, partecipando a diverse competizioni, tra cui il “Da Bomb” e il celebre “2theBeat”, dove raggiunge il terzo posto nell’edizione del 2006. Il suo primo album ufficiale, “Il mio primo e ultimo disco”, esce nel 2005 per l’etichetta La Grande Onda di Piotta.
Negli anni successivi pubblica mixtape e album che lasciano il segno, come “Estremo”, “Il Jesto senso”, “Justin” e “Buongiorno Italia”. Lavora spesso con produttori come 3D e Boss Doms, e si distingue per una scrittura intensa, ironica, a volte feroce, sempre personale. Tra i suoi progetti più noti c’è la trilogia “Supershallo”, oltre alla fortunata serie “Mamma ho ingoiato l’autotune”.
Nel corso della carriera ha collaborato con numerosi nomi della scena, tra cui Primo Brown, Gemitaiz, Clementino, Rancore, Tormento, Mondo Marcio, Shade, Fred De Palma, Nayt, CaneSecco. La sua discografia include anche EP, raccolte, remix e street-album che hanno rafforzato la sua posizione nella scena underground.
La sua ultima pubblicazione risale al 2024 con l’album “L’Asteroide”. Una carriera lunga oltre vent’anni, fatta di coerenza artistica, indipendenza e uno stile mai allineato. In attesa di conferme, il tributo di Fedez ha riacceso i riflettori su un artista che, per molti, resterà comunque una figura cardine del rap italiano.
Nonostante un progressivo allontanamento dal grande mercato discografico, la sua fanbase è rimasta fedele, sostenendo ogni nuova uscita, ogni provocazione, anche nei momenti più complicati della sua carriera e della sua vita personale.
La morte di Jesto: al momento nessuna conferma ufficiale
L’annuncio della scomparsa non è stato ancora confermato da fonti ufficiali, né da familiari o colleghi. Tuttavia, il post di Fedez, per quanto personale e diretto, si è rapidamente diffuso tra addetti ai lavori e fan. Non è chiaro se si tratti di una notizia già condivisa all’interno del circuito del rap italiano o se siano attesi ulteriori sviluppi. Nel frattempo, la comunità hip hop si è stretta in un silenzioso e composto cordoglio.
Un addio improvviso e doloroso
Jesto lascia un vuoto profondo in una scena che oggi appare sempre più lontana dagli ideali originari che lui aveva incarnato: la sfida verbale come forma d’arte, l’irriverenza come stile, l’autenticità come regola. E in un panorama musicale ormai patinato e dominato dalle logiche del mercato, la sua scomparsa risuona come un amaro promemoria di ciò che il rap vero è stato, e forse non sarà più.
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