
Con l’aumento delle temperature estive, torna anche la minaccia dei virus trasmessi dalle zanzare, tra cui il West Nile virus, che negli ultimi anni ha mostrato una diffusione sempre più ampia e imprevedibile. A differenza di altre malattie infettive stagionali, il West Nile si manifesta spesso in forma asintomatica, rendendo difficile una tracciabilità efficace e tempestiva dei contagi.
Il pericolo maggiore, però, si manifesta quando l’infezione si trasforma in una forma neuroinvasiva, capace di colpire il sistema nervoso e provocare gravi complicanze. In questa fase dell’anno, con l’arrivo di agosto – mese di massima attività del virus – cresce l’attenzione delle autorità sanitarie e la necessità di campagne di prevenzione rivolte soprattutto alle fasce più vulnerabili della popolazione.

L’Italia si conferma in prima linea nell’allerta sanitaria legata alla diffusione del West Nile virus, diventando il Paese con il più alto numero di contagi umani nel 2025. A livello europeo, il virus è stato rilevato anche in Grecia, Romania, Bulgaria e Francia, ma la situazione italiana è la più grave, secondo l’ultimo bollettino del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), aggiornato al 30 luglio.
L’aumento dei casi umani, dei decessi e la comparsa di nuovi focolai in diverse regioni italiane, rappresentano un segnale d’allarme che richiama l’attenzione su misure urgenti di prevenzione e monitoraggio. Le zone più colpite sono quelle del Lazio, in particolare la provincia di Latina, e la Campania, dove i numeri preoccupano per gravità e velocità di diffusione.
Perché siamo i più colpiti

Il numero elevato di contagi in Italia rispetto ad altri Paesi europei dipende da diversi fattori ambientali e sanitari. Il nostro territorio presenta condizioni climatiche sempre più favorevoli alla proliferazione della zanzara Culex, il principale vettore del virus. Le ondate di caldo persistente, unite alla presenza diffusa di aree umide e stagnanti, creano un ambiente ideale per la sopravvivenza dell’insetto. A ciò si aggiunge un sistema di sorveglianza sanitaria capillare, che consente di individuare anche i casi più lievi o asintomatici, portando alla luce un numero maggiore di infezioni rispetto ad altri Paesi che potrebbero registrare solo i casi gravi.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, a livello nazionale si contano 89 casi confermati di West Nile virus, di cui 40 con complicanze neurologiche e 8 decessi. Il Lazio è in testa con 58 casi, tra cui 23 neuroinvasivi e 2 decessi. Una diffusione che, secondo gli esperti, mostra un’espansione geografica anomala rispetto agli anni precedenti, con un impatto più evidente nelle regioni centrali e meridionali.
La Campania è la seconda area più colpita: 16 casi totali, di cui 10 neuroinvasivi e 5 decessi. Il dato, analizzato dagli epidemiologi, suggerisce una possibile sottostima delle infezioni lievi o una maggiore vulnerabilità della popolazione colpita, ipotesi supportata dal tasso di mortalità insolitamente elevato.
Emilia-Romagna e Nord: meno casi ma allerta attiva
In altre regioni italiane, come Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Sardegna, i casi risultano attualmente sporadici. In Emilia-Romagna, ad esempio, il Piano regionale di sorveglianza ha registrato un solo caso grave, due asintomatici e nessun decesso. Tuttavia, la sorveglianza entomologica e sanitaria resta attiva tutto l’anno, con un’intensificazione nei mesi estivi per prevenire una recrudescenza del virus.
Il comportamento prudente delle autorità sanitarie regionali punta soprattutto al controllo delle zanzare, principali vettori del virus, e alla sicurezza delle donazioni di sangue, aspetto particolarmente sensibile nelle fasi di picco stagionale.
Agosto sotto osservazione: picco atteso nelle prossime settimane
Il mese di agosto rappresenta storicamente il periodo di massima circolazione del West Nile virus. Già oggi i numeri del 2025 superano quelli dello stesso periodo dell’anno scorso, quando a fine luglio si contavano 36 casi totali. Il cambiamento nella geografia del contagio, con una riduzione nella Pianura Padana e un’espansione verso il Centro-Sud, in particolare nel basso Lazio e in Campania, segna una fase nuova nell’epidemiologia del virus in Italia.
Gli esperti invitano alla massima cautela, soprattutto nei confronti delle categorie fragili come anziani e soggetti immunodepressi. La vigilanza nei prossimi giorni sarà decisiva per evitare un’escalation di casi, in un’estate che si sta già rivelando più critica del previsto sul fronte delle malattie trasmesse da vettori.