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Sacra Sindone, una nuova simulazione 3D riapre il dibattito sulle origini

Pubblicato: 01/08/2025 17:13
sacra sindone

L’immagine della Sindone, l’antico lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, continua a suscitare grande interesse e a generare nuove indagini. Un recente studio, basato su una sofisticata simulazione 3D, ha fornito nuove prove a sostegno di una teoria di lunga data.

I nuovi studi sulla Sindone

I recenti studi scientifici sulla Sindone continuano a stimolare il dibattito tra storici e ricercatori. La simulazione 3D condotta dall’esperto brasiliano Cicero Moraes ha riacceso i riflettori su un’ipotesi già esistente. La ricerca, pubblicata sulla rivista Archaeometry, conferma l’idea che l’immagine sul famoso telo non sia il risultato del contatto con un corpo umano. L’analisi ha confrontato due scenari. Nel primo, un lenzuolo virtuale è stato posto sopra una ricostruzione di un corpo umano. Nel secondo, lo stesso lenzuolo è stato drappeggiato su una scultura a bassorilievo. La somiglianza tra il risultato del secondo scenario e le fotografie della Sindone è impressionante. Al contrario, l’immagine ottenuta dal contatto con il corpo umano è molto distorta. Questa conclusione supporta l’ipotesi di un manufatto medievale. L’ipotesi si basa sui risultati della datazione al carbonio 14. Quello studio, pubblicato nel 1989, colloca la Sindone in un periodo compreso tra il 1260 e il 1390 dopo Cristo.

La simulazione 3D e le sue implicazioni

Il metodo usato da Moraes si basa sulla ricostruzione tridimensionale. È una tecnica che l’esperto ha usato per vari personaggi storici. Il suo lavoro più recente riguarda il volto dell’Homo sapiens più antico finora scoperto. Moraes sostiene che l’immagine sulla Sindone è più compatibile con una matrice a bassorilievo. Questa matrice poteva essere di legno, pietra o metallo. Poteva anche essere stata pigmentata. O forse riscaldata, solo nelle aree di contatto. In questo modo si produceva l’impronta che oggi osserviamo. Questo approccio non fa che rafforzare l’idea che la Sindone sia stata realizzata in un’epoca successiva a quella di Cristo. È una tesi che ha diviso a lungo il mondo della ricerca e della fede. La simulazione 3D non smentisce le conclusioni già ottenute. Piuttosto, aggiunge un elemento di prova visiva e scientifica.

Le reazioni degli esperti

Le conclusioni di Moraes non sono state una sorpresa per tutti. Andrea Nicolotti, professore di Storia del Cristianesimo all’Università di Torino, ha espresso il suo accordo con la ricerca. Ha però specificato che lo studio non apporta grandi novità. Da secoli la comunità scientifica sa che l’immagine non è stata creata dal contatto diretto con un corpo tridimensionale. Già quattrocento anni fa gli studiosi avevano notato questa incongruenza. La ricerca di Moraes è utile. Serve a confermare con nuove tecnologie qualcosa che in molti già sapevano. L’uso di strumenti di simulazione 3D rende l’ipotesi ancora più concreta e visibile. Questo lavoro contribuisce a solidificare la prospettiva di chi vede nella Sindone un oggetto di devozione. Lo studio aiuta anche chi la considera un manufatto storico, creato in un’epoca medievale. La discussione su questo argomento continuerà sicuramente.

La questione della datazione e il dibattito

La datazione al carbonio 14 è il pilastro del dibattito scientifico. Ha fornito la prima prova concreta contro l’autenticità storica della Sindone. Lo studio ha analizzato piccoli campioni di tessuto. Ha datato l’epoca di produzione del lino. I risultati hanno indicato il periodo medievale. I sostenitori dell’autenticità hanno sempre messo in discussione questo studio. Hanno proposto diverse teorie per spiegare i risultati. Hanno parlato di contaminazioni o restauri successivi. La ricerca di Moraes si inserisce in questo contesto. Non si basa sulla chimica, ma sulla fisica e sulla grafica 3D. Offre un’ulteriore prospettiva. La simulazione dimostra che una scultura a bassorilievo produce un’immagine simile a quella sulla Sindone. Un corpo tridimensionale, invece, no. Questo approccio visuale e computazionale rinforza le conclusioni della datazione. Rende meno sostenibili le teorie alternative. La Sindone rimane un oggetto di grande mistero. Continua a ispirare nuove ricerche e a suscitare dibattiti appassionati.

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