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Trump shock contro la Russia: “Schiero due sottomarini nucleari”. Il mondo trema

Pubblicato: 01/08/2025 19:34

Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha annunciato su Truth Social di aver ordinato lo spostamento di due sottomarini nucleari statunitensi vicino alla Russia, in risposta a quanto definito come “dichiarazioni altamente provocatorie” da parte dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, oggi vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa.

«A causa delle dichiarazioni altamente provocatorie del fallito ex presidente russo Dmitry Medvedev, attualmente vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia, ho ordinato lo spostamento di due sottomarini nucleari statunitensi vicino alla Russia», ha scritto Trump, aggiungendo: «Le parole contano e possono portare a conseguenze che nessuno vuole. Spero che non sia questo il caso».

Un messaggio che ha avuto un immediato impatto sulla scena internazionale, aumentando la tensione tra Washington e Mosca in un momento già segnato dalla fragilità diplomatica. Trump ha scelto di agire non da semplice osservatore, ma come figura ancora centrale nello scacchiere globale, rilanciando un messaggio di deterrenza militare che non passa inosservato.

Medvedev rilancia: “Sistema Dead Hand pronto a rispondere”

Lo scontro verbale nasce dalla risposta di Medvedev a un recente ultimatum lanciato da Trump: un cessate il fuoco in Ucraina entro 10 giorni, pena nuove sanzioni e tariffe commerciali. Medvedev ha risposto evocando il famigerato sistema nucleare di ritorsione automatica “Dead Hand”, sostenendo che la Russia potrebbe attivarlo qualora venisse messa nelle condizioni di non poter reagire in modo convenzionale.

«Trump, da fallito presidente quale è, sta cercando di fare il poliziotto globale. Ma le sue minacce ci riportano in un territorio estremamente pericoloso», ha scritto Medvedev in un post su Telegram, accompagnando le sue parole con riferimenti ironici ai film apocalittici e a una “zombificazione” dell’Occidente. Il tono sarcastico ha solo parzialmente nascosto il peso di un messaggio che flirta apertamente con la minaccia nucleare.

L’ombra della guerra fredda sul presente

Il botta e risposta tra i due leader segna un ritorno a dinamiche da guerra fredda, in cui ogni parola pubblica si carica di significati strategici. Se da un lato Trump cerca di posizionarsi come garante della sicurezza americana — soprattutto in vista delle elezioni — dall’altro Medvedev interpreta sempre più il ruolo di falco del Cremlino, con uscite che spesso travalicano i limiti della diplomazia.

Questo scambio alimenta un clima di tensione internazionale già compromesso dal conflitto in Ucraina, dai rapporti tra Russia e Cina e dalle relazioni energetiche tra Mosca e Nuova Delhi, altro bersaglio delle recenti critiche di Trump. In uno scenario così instabile, l’uso politico del linguaggio e dei simboli militari può trasformarsi facilmente in un pericoloso detonatore.

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