
Un sabato amaro all’Hungaroring ha lasciato Lewis Hamilton in balìa dei suoi pensieri più cupi. Al termine delle qualifiche del Gran Premio d’Ungheria, chiuse con un deludente dodicesimo posto, il sette volte campione del mondo si è lasciato andare a dichiarazioni sorprendenti, cariche di amarezza e autocritica. “Sono inutile, non è colpa del team”, ha affermato il britannico ai microfoni di Sky Sport, rimanendo impietosamente onesto su quanto appena accaduto in pista.
Il confronto con Charles Leclerc, autore di una straordinaria pole position sulla stessa monoposto SF-25, ha reso ancora più evidente il momento difficile del campione. “Cosa mi manca? Non lo so. Me lo chiedo anche io. Forse bisogna cambiare pilota, perché a quanto pare è possibile portare questa macchina in pole”, ha aggiunto con uno sguardo perso e il tono di chi si sente smarrito, incapace di dare spiegazioni a un calo di prestazioni che sembra senza cause apparenti.
Sguardo basso e parole amare

Dopo le interviste, Hamilton ha abbandonato il paddock con il cappellino calato sulla testa, evitando contatti e ulteriori domande. Il malumore era evidente sin da subito, anche nel team radio lanciato immediatamente dopo la fine del Q2: “Every time, every time”, ha sibilato nel microfono. Un commento nervoso, ambiguo, che ha lasciato dubbi su eventuali divergenze con il box riguardo le modifiche alla monoposto. Interrogato in seguito, ha tagliato corto: “A cosa mi riferivo? Solo a me stesso”.
Vasseur minimizza: “Solo una questione di centesimi”

A smorzare i toni ci ha pensato Frédéric Vasseur, team principal della Ferrari, che ha voluto difendere Hamilton, ricordando quanto le condizioni in pista potessero variare in pochi istanti. “Per lui è frustrante. Gli è mancato un giro nel Q2, ma è una questione di centesimi. Ci sono tante incognite e dobbiamo imparare da queste situazioni”, ha spiegato. Nessuna colpa, dunque, ma solo una sessione sfortunata, da cui trarre insegnamenti in vista della gara.
Per il pilota britannico si tratta però di un momento da dimenticare al più presto. La sua esperienza e il suo palmarès non sono in discussione, ma dopo un inizio di stagione sottotono, la pressione inizia a farsi sentire anche per chi ha scritto pagine indelebili della storia della Formula 1.