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Alcaraz: “Con Sinner dovremmo insultarci, e io so il perché”

Pubblicato: 03/08/2025 16:41

Il tennis mondiale sta vivendo una nuova era, e il suo epicentro ha i volti di Carlos Alcaraz e di Jannik Sinner. Parigi e Londra sono state il palcoscenico di una rivalità che ha già riscritto le regole del gioco, ma senza odio e senza trash talking. In un mondo che spesso si nutre di polemiche, questi due campioni scelgono la via del rispetto.

Prima il trionfo dello spagnolo al Roland Garros, una finale da brividi chiusa al supertiebreak del quinto set. Poi la risposta di Sinner a Wimbledon, dove ha conquistato il titolo in una rivincita che ha entusiasmato milioni di fan. Due stili, due storie, una sola certezza: il tennis ha trovato i suoi nuovi sovrani.

Una supremazia che si gioca senza insulti

La narrazione tossica di una rivalità fatta di odio? Alcaraz la smonta senza mezzi termini, in un’intervista al Financial Times: “La nostra è una rivalità sempre più bella, ma la gente vorrebbe che ci insultassimo, perché aumenterebbe l’interesse per la nostra sfida. Invece andiamo d’accordo, ci alleniamo insieme, ci rispettiamo. Fuori dal campo contano anche i valori”. Alcaraz e Sinner, due rivali autentici ma mossi dal rispetto reciproco.

Alcaraz racconta il legame con Sinner come una sfida costruttiva: “Mi spinge a dare il massimo ogni giorno. Vogliamo batterci, ovviamente, ma senza odio. Semplicemente siamo brave persone”. E con un sorriso aggiunge: “Se facessimo trash talking, attireremmo più attenzione. Ma non siamo fatti così”.

Ed è proprio questa autenticità a rendere la loro rivalità ancora più coinvolgente. Il rispetto reciproco si traduce in partite spettacolari e in una competizione che non ha bisogno di insulti per accendere i riflettori.

La forza mentale, la leggerezza fuori dal campo

Tornando alla magica notte di Parigi, Alcaraz svela il segreto della sua forza mentale: “Sapevo che chiudere un match così non è mai semplice. Ho pensato solo punto dopo punto, senza panico. Devi mostrare sicurezza, altrimenti sei finito”.

Il paragone con i grandi del passato? Il fenomeno spagnolo non si lascia schiacciare: “Non dobbiamo fare quello che hanno fatto loro. Mi fa piacere che la gente si emozioni per le nostre partite, ma non abbiamo l’ossessione di diventare qualcun altro”.

Stile di vita e sport senza filtri

Ironico e diretto, Alcaraz risponde anche alle critiche per i festeggiamenti a Ibiza dopo il Roland Garros: “Io non mangio un hamburger per festeggiare. Me lo concedo prima, durante e dopo. La vera festa è a casa, col cibo di mia madre. E poi un po’ di champagne e coca-cola, ovviamente con moderazione”, scherza.

Rispetto, autenticità e un pizzico di leggerezza: ecco perché la rivalità tra Alcaraz e Sinner è il volto sano del tennis moderno. Il futuro promette ancora battaglie per la vetta mondiale e i grandi Slam, ma sempre nel segno della sportività.

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