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“Il giorno più bello”. L’ha salvata dal terremoto dell’Aquila: dopo 16 anni, le lacrime di gioia

Pubblicato: 03/08/2025 15:15

Erano solo due studenti quando la terra tremò e cambiò per sempre le loro vite. Tra le mura della Casa dello Studente dell’Aquila, nella notte del 6 aprile 2009, si trovavano Cinzia Di Bernardo e Renato Pelacani, sopravvissuti a uno dei crolli simbolo del terremoto che devastò il capoluogo abruzzese. Quel giorno, otto giovani universitari persero la vita. Loro due, invece, si trovarono legati da un destino che da allora non li avrebbe più separati.

Renato, originario di Fermo, nelle Marche, si trovava a pochi metri da dove Cinzia era rimasta intrappolata. Quando i vigili del fuoco giunsero sul posto, fu lui a chiedere che salvassero prima le ragazze nella stanza accanto, tra cui proprio Cinzia. Da quel gesto eroico è nata un’amicizia indissolubile, alimentata da un legame profondo che ha resistito al tempo e al dolore.

Un “angelo custode” e un’amica speciale nel giorno più importante

Sedici anni dopo quella notte, le vite dei protagonisti si sono ricostruite, con fatica ma anche con speranza. Sabato 9 agosto Cinzia sposerà il compagno di una vita, padre dei suoi due figli. E accanto a lei, nel giorno del sì, ci sarà proprio Renato, il suo testimone di nozze, il suo “fratello d’anima”.

A celebrare il matrimonio sarà un’altra figura fondamentale nel percorso di rinascita di Cinzia: Wania Della Vigna, l’avvocata che l’ha seguita sin dai primi momenti dopo il sisma e che nel tempo è diventata una carissima amica. “Quando io e Simone abbiamo scelto il rito civile – racconta Cinzia – la prima e unica persona a cui ho pensato per celebrarlo è stata Wania, che come avvocata mi è stata vicina in tutto il percorso”.

Il legame oltre il sangue che la vita ha deciso di creare

Renato come testimone è stata una scelta immediata”, aggiunge Cinzia. “Lui è una persona che porto nel cuore, come se fosse una parte della mia famiglia. La vita e la morte hanno deciso di unirci per sempre, e quello che ha fatto per me non potrò mai dimenticarlo. Resterà sempre con me: in quella vita di allora, e in quella che ho costruito oggi”.

Un legame nato sotto le macerie, cresciuto nel dolore e diventato nel tempo simbolo di resilienza, affetto e gratitudine.

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