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“Sono tutti morti”. Esplosione devastante all’improvviso, a bordo cinque persone: nessun superstite

Pubblicato: 03/08/2025 12:28

Una violenta esplosione ha colpito la periferia di Melitopol, città occupata dai russi nella regione di Zaporizhzhia, causando la morte di cinque soldati ceceni dell’unità Akhmat, sostenuta dalla Russia. A riferirlo è l’intelligence militare ucraina (HUR), che ha rivendicato l’operazione come un’azione congiunta tra le sue forze e i partigiani locali.

Il minibus a bordo del quale viaggiavano i militari è stato fatto saltare in aria con un ordigno esplosivo collocato lungo la strada. Tutti gli occupanti del veicolo sono rimasti uccisi sul colpo. Nell’esplosione è rimasto danneggiato anche un veicolo militare russo nelle vicinanze, provocando il ferimento di almeno due soldati.

L’operazione, secondo fonti ucraine, ha anche distrutto un sistema di guerra elettronica (EW) russo, colpo strategico importante nel contesto della guerra tecnologica in corso sul fronte meridionale. Melitopol è da tempo considerata un nodo logistico cruciale per l’esercito russo, e attacchi mirati come questo mirano a minare il controllo del Cremlino nella regione.

Intanto, sul piano diplomatico, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che Kiev sta lavorando alla preparazione di un nuovo incontro negoziale con Mosca a Istanbul. Il tema centrale resta quello dello scambio dei prigionieri di guerra, con 1.200 nomi attualmente in trattativa tra le due parti.

Il consigliere per la sicurezza nazionale Rustem Umerov e il capo di gabinetto Andriy Yermak sono coinvolti nei negoziati, e hanno riferito a Zelensky sulle comunicazioni con i rappresentanti russi e con i principali partner occidentali, in particolare con Washington.

Altro tema centrale è il ritorno dei civili ucraini trattenuti in Russia e la liberazione dei bambini deportati illegalmente: una questione umanitaria su cui l’Ucraina, insieme agli alleati, sta esercitando pressioni internazionali sempre più forti.

Sul fronte interno, non si ferma la controffensiva russa: missili russi hanno colpito nelle ultime ore alcuni centri di coordinamento militare ucraini nella regione di Kiev, come confermato da Sergei Lebedev, coordinatore della resistenza filorussa di Mykolaiv, citato da Ria Novosti.

L’escalation di violenze e la contemporanea apertura di canali negoziali dimostrano la dualità del conflitto in corso: una guerra combattuta tanto con armi quanto con trattative, dove ogni successo operativo può influenzare le trattative politiche in corso.

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