
Esplosioni, colonne di fumo e l’ombra della catastrofe a pochi passi dal reattore più sorvegliato d’Europa. È tornato l’allarme nucleare in Ucraina, dopo che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha rilevato detonazioni e fiamme nei pressi della centrale di Zaporizhzhia, l’impianto sotto controllo russo fin dai primi mesi dell’invasione. Le esplosioni si sono verificate in un’area ausiliaria a circa 1.200 metri dal perimetro dell’impianto, secondo quanto riferito dal personale alla squadra Aiea presente sul posto.
Il direttore dell’agenzia, Rafael Mariano Grossi, ha chiesto “massima moderazione militare” in prossimità delle infrastrutture nucleari. “Qualsiasi attacco nelle vicinanze di una centrale pone potenziali rischi anche per la sicurezza nucleare e deve essere evitato”, ha ammonito. Il fumo è stato visibile per ore, a testimonianza della gravità dell’incidente: l’ennesimo in una zona che resta una delle più sensibili del conflitto.

Attacco a Sochi, 15 droni abbattuti a Voronezh
Mentre l’Aiea lanciava il suo nuovo appello, nella notte un drone ha colpito un deposito di carburante a Sochi, sul Mar Nero, provocando un vasto incendio. Le fiamme si sono propagate in un’area da 2.000 metri cubi nel distretto di Adler, costringendo l’intervento di oltre 120 pompieri. Le autorità russe hanno sospeso i voli all’aeroporto per “motivi di sicurezza”, mentre il governatore locale ha confermato che l’obiettivo era un’infrastruttura strategica.
Nel frattempo, quindici droni ucraini sarebbero stati intercettati nella regione russa di Voronezh, a poche centinaia di chilometri dal confine. Uno dei velivoli abbattuti è esploso vicino a un’abitazione, ferendo una donna alla gamba, come riferito dal governatore Alexander Gusev. L’attacco è solo l’ultimo episodio in un’escalation a bassa intensità ma ad alto rischio, che alterna raid aerei, sabotaggi mirati e continue provocazioni reciproche.
La guerra, mentre si avvicina all’autunno del suo terzo anno, sembra ora più che mai votata a una logica di logoramento – col pericolo, sempre presente, che una scintilla possa accendere l’incendio peggiore.