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“Ci avete distrutti”: dagli italiani il grido d’allarme che fa tremare la Meloni

Pubblicato: 04/08/2025 16:22

Il ceto medio italiano è in caduta libera. Lo certificano i numeri, ma lo urlano ancor più forte le piazze, le famiglie e i carrelli della spesa. I prezzi aumentano, gli stipendi restano fermi e le promesse della politica sembrano un’eco sempre più lontana.

Il risultato è un malessere trasversale, che spazza via certezze, colpisce le classi produttive e rischia di minare la tenuta sociale. E che agita le notti di chi oggi governa. Giorgia Meloni, che aveva intercettato l’elettorato deluso e produttivo, rischia ora di perderlo.

Il crollo della classe media

Secondo l’ultima rilevazione Demos, la quota di italiani che si identifica nella classe medio-bassa è salita al 49%, quasi 10 punti in più rispetto a un anno fa. Per trovare un dato più drammatico bisogna tornare indietro fino al 2014, in piena crisi post-finanziaria.

Intanto, cala vistosamente l’identificazione nel ceto medio vero e proprio: oggi si ferma al 45%, quando solo cinque anni fa toccava il 52%, e nel 2006 sfiorava addirittura il 60%. Si tratta di dati disastrosi, che toccano direttamente molti elettori del centrodestra oggi al governo. La narrazione del “tutto va bene” non regge più.

La frattura sociale e il tradimento delle aspettative

Il quadro che emerge è quello di un’Italia che non si riconosce più. Né nelle politiche di governo, né nella retorica dell’ottimismo. La percezione di un declino strutturale attraversa gran parte del Paese, ma colpisce in particolare le categorie più fragili: disoccupati, operai, casalinghe, giovani e cittadini con basso livello di istruzione.

Colpisce, in particolare, il dato sui giovani tra i 18 e i 30 anni: il 53% si sente già ai margini. Tradotto: è venuta meno la fiducia nella possibilità di salire la scala sociale, un pilastro che aveva reso possibile il miracolo economico italiano del dopoguerra.

E se un tempo i partiti riuscivano ad incanalare il malessere sociale trasformandolo in proposta politica, oggi questo meccanismo si è inceppato. È proprio tra chi “non si colloca politicamente” che si annida la percezione più cupa: un segnale allarmante per tutti i partiti, e in particolare per Fratelli d’Italia, che aveva raccolto i consensi di molti “orfani” della politica.

La destra al bivio: sostenere il ceto medio o perderlo

A differenza di quanto accadeva in passato, oggi le differenze ideologiche contano meno nella percezione di appartenenza sociale. Persino tra gli elettori di centrodestra, dove il ceto medio sembrava aver trovato nuova casa, il malcontento monta. È una frattura silenziosa, ma profonda. Un elettorato che ha creduto nella promessa di riscatto sociale, oggi guarda con delusione crescente a un governo che fatica a rispondere alla crisi del potere d’acquisto.

Nel grido del ceto medio – “ci avete distrutti” – c’è una richiesta di protezione, di rappresentanza, ma soprattutto di risposte concrete. Se la politica non sarà in grado di ascoltare e dar voce al malcontento crescente, quel grido potrebbe trasformarsi in un boomerang elettorale. Perché la vera crisi italiana, oggi, non è solo economica. È una crisi di identità e di fiducia.

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