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“Come spazzatura”. Fatto a pezzi e bruciato, orrore disumano: la vittima ha solo 15 anni

Pubblicato: 04/08/2025 17:57

È un episodio che scuote nel profondo e apre interrogativi inquietanti sulla violenza giovanile. Quando un conflitto tra adolescenti degenera fino a trasformarsi in un omicidio efferato, non si può fare a meno di domandarsi dove stiano fallendo le maglie della prevenzione e dell’ascolto. In un’epoca in cui i ragazzi crescono circondati da stimoli forti e da modelli sempre più estremi, la linea che separa il disagio dalla tragedia può diventare pericolosamente sottile.

L’adolescenza è una fase cruciale della vita, fatta di ricerca di identità, tensioni interiori, bisogno di riconoscimento e, spesso, incapacità di gestire emozioni forti. In questo contesto, le relazioni tra coetanei possono diventare terreno fertile per dinamiche conflittuali, che a volte sfuggono al controllo degli adulti. Quando si arriva alla violenza estrema, come in questo caso, è inevitabile interrogarsi anche sul ruolo delle istituzioni educative, dei servizi sociali e delle famiglie.

Delitto dopo una lite al centro commerciale

A Vilnius, capitale della Lituania, un ragazzo di 15 anni è stato ucciso, fatto a pezzi e dato alle fiamme da un coetaneo. L’omicidio è avvenuto sabato 2 agosto, al termine di un incontro tra i due giovani nel centro commerciale Ozas, poco dopo le 14:00. A denunciare la scomparsa è stata la famiglia della vittima, che ha perso ogni contatto con lui nel corso del pomeriggio.

Il corpo mutilato e parzialmente bruciato è stato ritrovato il giorno successivo, domenica 3 agosto, all’interno di un cassonetto dei rifiuti situato nel quartiere residenziale Žvėrynas, precisamente in via Lokių. La notizia ha scioccato la popolazione, anche per l’età giovanissima dei protagonisti coinvolti.

Il movente resta ancora ignoto

Secondo quanto riferito dalle autorità, il presunto autore è stato arrestato e avrebbe confessato almeno in parte la propria responsabilità. Tuttavia, non è ancora stato chiarito il movente dell’omicidio. Le forze dell’ordine, citate dai media locali come Lrytas.lt, stanno mantenendo il massimo riserbo sui dettagli dell’indagine, nel rispetto della privacy dei minori coinvolti.

L’accusato rischia una pena fino a 15 anni di reclusione, limite massimo previsto dalla legislazione lituana per gli imputati minorenni. Nonostante l’efferatezza del crimine, il codice penale del Paese prevede pene differenziate per i minori, ispirate più al principio rieducativo che a quello punitivo.

Nessuna segnalazione precedente

A rendere ancora più sconvolgente la vicenda è l’assenza di segnali d’allarme. Gedas Batulevicius, responsabile della Divisione cittadina per la tutela dei minori, ha dichiarato che né la vittima né l’aggressore erano noti ai servizi sociali. Non risultano segnalazioni pregresse, né situazioni di disagio familiare o comportamenti a rischio.

Le autorità stanno ora cercando di ricostruire ogni dettaglio utile a comprendere la dinamica del crimine, ascoltando testimoni e analizzando le immagini di videosorveglianza. Nel frattempo, l’intera comunità lituana è sotto shock, mentre media e istituzioni si interrogano su come sia stato possibile arrivare a una tale escalation senza che nessuno se ne accorgesse prima.

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