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“Ha insegnato qualcosa a tutti noi”. Il triste annuncio è appena arrivato: si è spento così

Pubblicato: 04/08/2025 19:45

La storia dell’arte italiana perde una delle sue voci più autorevoli. Con il suo lavoro rigoroso e appassionato, ha tracciato un solco profondo nella comprensione dell’arte medievale, segnando intere generazioni di studiosi. La sua figura, mai sopra le righe, ha incarnato un modello di ricerca e di umanità difficile da imitare, ma fondamentale da ricordare. Le sue analisi, i suoi insegnamenti, la sua capacità di cogliere la complessità del passato con lucidità e misura restano un patrimonio prezioso per chi si occupa di storia e cultura.

Nel mondo accademico era riconosciuto per la sua eleganza intellettuale e la sua sobrietà. Non cercava l’esposizione mediatica né le mode del momento. Preferiva i documenti, le pietre, le linee delle absidi e i dettagli dei capitelli. Le sue pubblicazioni erano vere mappe per orientarsi nella storia dell’arte altomedievale, redatte con cura e con una capacità rara di tenere insieme rigore filologico e profondità interpretativa

Addio al grande storico

Si è spento a 94 anni Adriano Peroni, uno dei massimi storici dell’arte medievale del panorama accademico italiano e internazionale. A darne notizia è l’Università di Firenze, dove ha insegnato storia dell’arte medievale dal 1982 al 2004, diventando docente emerito nel 2006. L’Ateneo ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa, sottolineando l’importanza del suo contributo alla crescita della medievistica italiana.

Nato a Carpenedolo, in provincia di Brescia, Peroni si era formato a Pavia sotto la guida di Edoardo Arslan. Dopo un primo incarico ai Musei Civici di Brescia, passò a quelli di Pavia, dove assunse la direzione dei Musei del Castello Visconteo e la cattedra di storia dell’arte medievale e moderna. Nel 1977 diventò ordinario, iniziando una lunga carriera accademica che lo avrebbe portato fino a Firenze.

Un’autorità mondiale negli studi altomedievali

Fin dagli anni Sessanta fu tra i protagonisti del Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, segnando profondamente la riflessione storiografica italiana. Dal 1990 era accademico delle arti e del disegno a Firenze. Il suo approccio scientifico, inizialmente focalizzato sull’architettura manierista e la scultura rinascimentale lombarda, si orientò ben presto verso la scultura e l’architettura altomedievali, con studi pionieristici come quelli sugli stucchi di San Salvatore a Brescia.

Tra le sue opere più importanti si ricordano i volumi monografici su San Michele a Pavia e sulle cattedrali di Modena, Pisa e Trento, oltre al catalogo di oreficerie e metalli altomedievali del territorio pavese. Numerosi i suoi contributi su strutture architettoniche, scultura, crocifissi monumentali, storia urbana, geografia artistica e committenza.

Il ricordo dell’Ateneo fiorentino

Nel suo lungo periodo di insegnamento a Firenze, Peroni ha raccolto l’eredità di studiosi come Mario Salmi e Roberto Salvini, consolidando il ruolo dell’Università di Firenze come polo centrale degli studi medievali. Il suo lascito non si misura solo nella produzione accademica, ma anche nella formazione di decine di allievi, che ne ricordano la competenza ineguagliabile, il garbo, la profonda umanità e l’ironia discreta con cui affrontava anche le questioni più complesse.

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