
Una serata tra amici si è trasformata in tragedia e ora le autorità stanno cercando di capire cosa sia davvero accaduto. Una giovane è stata trovata morta in piscina al termine di una festa privata, e attorno a quel decesso si addensano dubbi e interrogativi. Mentre le indagini vanno avanti, i familiari della vittima chiedono chiarezza, convinti che ci siano elementi che non tornano.
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Gli investigatori hanno avviato un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Al momento l’ipotesi prevalente resta quella di un incidente o di un malore, ma il comportamento di alcuni presenti e alcune circostanze sollevano perplessità. Tra i nodi più discussi: una piscina già ripulita all’arrivo dei soccorsi, l’assenza di filmati e un clima di silenzio tra chi ha partecipato alla serata.
I dettagli della vicenda e le domande aperte
Simona Cinà, 20 anni, sportiva appassionata e atleta di pallavolo, si trovava in una villa di Bagheria per una festa in occasione di una laurea. Era stata invitata da due amici. Secondo quanto riferito dai legali della famiglia, Gabriele Giambrone e Mario Bellavista, alcune dinamiche risultano poco chiare: nel momento dell’arrivo dei soccorsi, la zona della piscina sarebbe apparsa già riordinata, senza tracce evidenti di disordine. Solo bottigliette d’acqua e bicchieri, nessun segno evidente di alcol o altre sostanze.
La giovane è stata ritrovata a faccia in su nell’acqua e, secondo quanto riferito, non sarebbe stata vista da nessuno mentre annegava. Il fatto che Simona fosse una nuotatrice esperta ha contribuito ad alimentare i sospetti della famiglia, che ha chiesto l’autopsia per chiarire le cause del decesso. Sul suo corpo sono stati riscontrati segni compatibili con un tentativo di rianimazione.
Vestiti mancanti e silenzio inquietante
Tra i punti critici, anche la questione degli abiti. La ragazza era stata vista l’ultima volta con una canotta verde e una minigonna, che sono stati successivamente sequestrati. Tuttavia, il bicchiere ritrovato vicino agli indumenti intimi non sarebbe stato analizzato per il DNA. Alcuni testimoni parlano anche della presenza di un bracciale a cui Simona teneva molto: un dettaglio che secondo la sorella Roberta proverebbe che fosse lucida fino a poco prima della tragedia.
Il comportamento dei presenti ha lasciato sgomenti i familiari: secondo quanto riferito, all’arrivo dei genitori, i ragazzi presenti sarebbero rimasti in silenzio, senza fornire spiegazioni o esprimere cordoglio. Questo atteggiamento ha alimentato l’ipotesi che qualcuno possa sapere di più di quanto emerso finora.
Le indagini proseguono
Gli inquirenti stanno ora esaminando il telefono della ragazza e approfondendo i dettagli relativi ai vestiti mancanti. Si fa strada anche l’ipotesi che Simona possa essere stata drogata a sua insaputa. La famiglia esclude che potesse assumere sostanze volontariamente. L’inchiesta è solo all’inizio, ma l’obiettivo è fare piena luce su quanto accaduto in quelle ore che hanno cambiato per sempre la vita dei suoi cari.