
Bagheria (Palermo) – “Molti punti nella ricostruzione non sono veri”. Così filtrano indiscrezioni da fonti vicine alla procura di Termini Imerese, che sta conducendo le indagini sulla morte di Simona Cinà, la giovane pallavolista di 20 anni trovata senza vita nella piscina di una villa nella notte tra venerdì e sabato. L’ipotesi più accreditata resta quella del malore, ma ogni scenario è ancora aperto.

Nel frattempo, i familiari di Simona chiedono a gran voce verità e chiarezza: secondo i genitori Luciano e Giusi, qualcosa di strano è accaduto quella notte nella villa di via Sant’Isidoro Monte. La comunità è sotto shock e la richiesta di giustizia è sempre più forte.
Gli abiti di Simona, una minigonna jeans e una maglietta verde, insieme al telefono cellulare e altri effetti personali, sono stati sequestrati dai carabinieri di Bagheria e consegnati al reparto scientifico per le analisi. Ogni dettaglio può essere cruciale per ricostruire le ultime ore della giovane.
Contrariamente a quanto ipotizzato in un primo momento, nella zona della piscina erano presenti alcolici. Gli investigatori hanno repertato bottiglie, bicchieri e i resti della torta di laurea. Tutti gli elementi raccolti verranno esaminati per cercare di ricostruire la dinamica della serata.

L’ultimo messaggio alla madre
Simona Cinà poche ore prima di morire durante una festa in piscina a Bagheria (Palermo) aveva scritto un ultimo messaggio alla madre. L’aveva informata che avrebbe messo via il telefono e avrebbe continuato a ballare, come mostra un video. Come per avvisarla che se non le avesse risposto, di non preoccuparsi.
Sulle presunte reticenze dei partecipanti alla festa, fonti vicine alla procura precisano che tutti i ragazzi ascoltati hanno risposto alle domande. Nessuno si sarebbe accorto del momento esatto in cui Simona è finita in acqua. Intorno alle 4 del mattino, alcuni di loro avrebbero iniziato a ripulire l’area, come da accordi per la riconsegna della villa.
Un dettaglio importante è l’assenza di telecamere di sorveglianza che inquadrino la piscina. La villa non è stata posta sotto sequestro, ritenendo i magistrati di non dover procedere con ulteriori sopralluoghi. Sono però in corso accertamenti amministrativi sulla locazione dell’immobile e sul ruolo del sensale che ha curato l’affitto.
Il sostituto procuratore Raffaele Cammarano ha affidato l’incarico per l’autopsia sul corpo di Simona al dottor Tommaso D’Anna, dell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. L’esame verrà effettuato giovedì e potrebbe fornire una prima svolta alle indagini.

Il fascicolo aperto è per omicidio colposo a carico di ignoti, un’ipotesi provvisoria. Gli esami tossicologici, richiesti dal magistrato, saranno determinanti per capire se Simona sia annegata o sia caduta in piscina dopo aver perso conoscenza. La presenza o meno di acqua nei polmoni darà una risposta chiave.
Infine, i fratelli di Simona, Roberta e Gabriele, non escludono che qualcuno possa averle somministrato sostanze stupefacenti. Da qui l’importanza degli esami tossicologici, volti a chiarire se il malore possa essere stato causato da una droga sciolta nei cocktail.