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“Vale milioni!”. Scavano per costruire case e trovano un raro tesoro romano: “Mai visto niente del genere”

Pubblicato: 04/08/2025 14:59

Nel cuore dell’Europa, capita ancora oggi che la storia antica si mostri all’improvviso, celata sotto pochi metri di terra. I lavori moderni, spesso legati allo sviluppo urbano, finiscono talvolta per imbattersi in testimonianze millenarie che raccontano di epoche lontane, di civiltà scomparse e di gesti quotidiani impressi nella pietra o nelle decorazioni. È il fascino degli scavi preventivi, che obbligano a fermarsi prima di costruire e ad ascoltare ciò che il passato ha da dire.

Quando emerge qualcosa di eccezionale, l’impatto va oltre l’ambito scientifico: coinvolge la collettività, scuote le certezze del presente e restituisce voce ai silenzi sepolti del tempo. È quanto accaduto di recente in un’area rimasta incolta per anni, e che ora si appresta a diventare un quartiere residenziale. Ma prima, doveva raccontare la sua storia.

Un tesoro sepolto

Durante gli scavi condotti tra febbraio e giugno 2025 sulla collina dell’Ermitage, ad Alès, nel dipartimento di Gard, nel sud della Francia, gli archeologi dell’Inrap (Istituto Nazionale di Ricerche Archeologiche Preventive) hanno individuato un mosaico romano in condizioni eccezionali. L’area esplorata, estesa su 3.700 metri quadrati, è situata su un pendio abbandonato e interessata da un progetto di sviluppo urbanistico.

Il lavoro guidato dall’archeologo Olivier Mignot ha riportato alla luce i resti di una domus romana, un’abitazione urbana appartenente a una famiglia agiata. Le strutture rinvenute – muri costruiti con pietre legate da terra, pavimenti in terra battuta, canali di scolo e un’infrastruttura idraulica complessa – testimoniano un livello tecnico avanzato e un’organizzazione domestica elaborata.

Il cinabro e il potere: un mosaico simbolo di ricchezza

Particolarmente sorprendente è il pavimento musivo di 4,5 per 3,8 metri, composto da tessere bianche, nere e di un rosso intenso ottenuto con cinabro, un pigmento estremamente prezioso ricavato dal mercurio. Questo dettaglio non solo rivela la ricchezza dei proprietari, ma offre anche elementi importanti per datare e comprendere il contesto sociale dell’edificio.

Il mosaico presenta motivi geometrici intrecciati al centro, racchiusi da tre fasce bianche prive di ornamenti. Sul lato sinistro, un rettangolo scuro potrebbe indicare l’accesso a un’altra stanza, ancora inesplorata. Secondo gli esperti, il ritrovamento si inserisce nel quadro già noto dell’urbanizzazione romana nel sud della Francia, ma per qualità e conservazione rappresenta una scoperta eccezionale, senza precedenti nella zona.

Quanto vale un’opera così rara?

Stabilire il valore economico di un mosaico romano non è semplice, perché questo tipo di beni viene considerato patrimonio culturale non alienabile, e dunque privo di prezzo sul mercato legale. Tuttavia, alcune stime assicurative e casi simili offrono riferimenti utili. Ad esempio, un mosaico romano scoperto a Lopen (Somerset) nel Regno Unito è stato valutato oltre 1 milione di sterline, mentre opere più grandi e meglio conservate, come quelle del museo di El Djem in Tunisia, raggiungono valori superiori ai 2 milioni di euro in copertura assicurativa. Un ulteriore esempio è il mosaico di Rutland, anch’esso scoperto nel Regno Unito nel 2020: una scena epica tratta dall’Iliade di Omero, definita dagli archeologi come “senza precedenti” in Gran Bretagna, e per la quale si è parlato di un valore teorico di circa 10 milioni di dollari, considerando unicità, dimensione e contesto.

I criteri per stabilire un valore teorico

Nel mondo accademico e museale, il valore di un mosaico si stabilisce sulla base di cinque fattori principali: la dimensione dell’opera, lo stato di conservazione, la tecnica artistica utilizzata, la rarità dei materiali impiegati (come in questo caso il cinabro) e il contesto storico in cui si colloca. A questi si aggiunge l’eventuale necessità di restauro, i costi di conservazione e il valore simbolico legato all’identità del territorio. Nei casi in cui l’opera venga prestata per esposizioni internazionali, il valore viene definito da polizze assicurative, che offrono un parametro concreto anche se non vincolante.

Tra valore culturale e mercato illecito

Infine, non va trascurato che sul mercato nero internazionale dell’antiquariato, mosaici antichi trafugati vengono venduti illegalmente anche per centinaia di migliaia di euro, come documentato da Interpol, UNESCO e inchieste giornalistiche della BBC e del New York Times. In questo scenario, un mosaico con pigmenti rari come il cinabro, intatto e ben conservato, potrebbe raggiungere oltre 1 milione di euro nelle mani di collezionisti privati. Naturalmente, questi numeri restano ipotetici e illegittimi, ma servono a comprendere quanto un’opera simile venga considerata preziosa, non solo per la scienza, ma anche – purtroppo – per chi specula sul patrimonio dell’umanità.

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