
Dopo un periodo di temperature miti, le ondate di calore sono tornate a colpire l’Italia, portando l’attenzione sul loro impatto sulla salute. Il bollettino del ministero della Salute segnala livelli di allerta elevati, in particolare il temuto bollino rosso.
Questo livello di emergenza può colpire non solo le persone più vulnerabili come anziani e bambini, ma anche individui sani e attivi. Ma cosa succede esattamente quando il caldo diventa fatale? Tre esperti – un internista, un cardiologo e un medico di pronto soccorso – spiegano i meccanismi che portano l’organismo al collasso.
Il corpo sotto stress: quando i sistemi di regolazione cedono
Secondo il professor Giorgio Sesti, docente di Medicina interna alla Sapienza Università di Roma, la morte per caldo si verifica quando i sistemi di termoregolazione del corpo vanno in tilt. Il nostro organismo, infatti, deve mantenere una temperatura e un’umidità costanti, a prescindere dalle condizioni esterne. Quando l’ambiente esterno è troppo caldo, il corpo si surriscalda, un po’ come un elettrodomestico che smette di funzionare correttamente. A questo si aggiunge la perdita di liquidi, che aggrava ulteriormente lo stress fisico.
Il nostro corpo ha dei meccanismi di difesa per contrastare l’aumento della temperatura, che è sempre una condizione patologica. La febbre, ad esempio, è un chiaro segnale che l’organismo è sotto stress. Nel caso del caldo estremo, quando la nostra capacità di raffreddamento non è sufficiente, il corpo va in sovraccarico.
I meccanismi di raffreddamento e le loro conseguenze
Uno dei principali meccanismi che il corpo attiva per abbassare la temperatura è la vasodilatazione. I vasi sanguigni si dilatano per permettere al calore di disperdersi più facilmente, ma questo processo mette il cuore sotto uno sforzo enorme. Il cuore deve battere più velocemente per far circolare il sangue a un ritmo sostenuto, come se fosse costantemente impegnato in una corsa. Questo aumento del lavoro cardiaco può essere particolarmente pericoloso per chi ha già problemi di salute preesistenti.
A complicare ulteriormente il quadro ci sono i problemi respiratori, che possono aggravarsi a causa dell’alta umidità. L’organismo di una persona con difficoltà respiratorie è sottoposto a una fatica enorme, e questo rende le persone più fragili (anziani, bambini, malati cronici) le prime vittime di queste condizioni. In caso di colpo di calore, la priorità assoluta è abbassare la temperatura corporea utilizzando acqua, ghiaccio e ventilazione.
Oltre al surriscaldamento, la disidratazione gioca un ruolo cruciale nella letalità del caldo. Il corpo perde liquidi attraverso la sudorazione, l’evaporazione dalla pelle e persino la respirazione. Questa perdita massiccia di liquidi è un effetto collaterale dei meccanismi di difesa dell’organismo che cerca di abbassare la propria temperatura. È come se il corpo attivasse un “sistema antincendio” interno, consumando una grande quantità di acqua e sottraendo così al corpo gli elementi essenziali per il suo funzionamento.

Impatto sul sistema cardiocircolatorio
Giuseppe Rebuzzi, docente di Cardiologia, sottolinea che il colpo di calore può portare a uno squilibrio elettrolitico che, a sua volta, può innescare aritmie anche gravi, fino al decesso. La perdita di sali minerali dovuta alla disidratazione è particolarmente pericolosa per gli anziani, che spesso non sentono il bisogno di bere a sufficienza. Se i liquidi e i sali persi non vengono reintegrati, il corpo va in scompenso, con conseguenze dirette sul cuore. Anche chi assume farmaci diuretici deve prestare molta attenzione e consultare il proprio medico per un’eventuale rimodulazione della terapia.
Inoltre, un’eccessiva esposizione al caldo può provocare il meningismo, una condizione che presenta sintomi simili alla meningite ma senza un’infezione in atto, e che può portare a danni importanti.
Le diagnosi dei medici di pronto soccorso
Fabio De Iaco, responsabile del Pronto soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino, chiarisce come la situazione venga affrontata in ospedale. Nei pronto soccorso, i medici gestiscono le conseguenze dei colpi di calore, come le insufficienze renali o le disidratazioni acute. Tuttavia, nel referto di morte, non viene mai scritto esplicitamente “morto per il caldo”. L’esperto spiega che il colpo di calore agisce come uno shock molto importante per l’organismo, che può estremizzare complicazioni già esistenti in pazienti fragili. In questi casi, il decesso non è attribuito direttamente al caldo, ma alle conseguenze che questo ha scatenato su un organismo già vulnerabile.
In sintesi, il caldo non uccide direttamente, ma scatena una serie di reazioni a catena che possono portare al cedimento di organi vitali come cuore e reni, soprattutto in persone con patologie preesistenti o anziani. L’azione sinergica del surriscaldamento e della disidratazione rende l’organismo incapace di reagire, portando a una crisi irreversibile.