
Una furia d’acqua e fango ha devastato un piccolo insediamento montano, sorprendendo i residenti e spazzando via interi edifici. Le immagini circolate sui social mostrano una colata torbida abbattersi su una zona turistica, trascinando tutto ciò che incontra: case, alberi e infrastrutture.
Almeno quattro persone risultano disperse, ma i soccorritori temono che il bilancio possa aggravarsi nelle prossime ore. I soccorsi si stanno muovendo tra detriti e fango, mentre si scava con ogni mezzo possibile per cercare eventuali superstiti.
Il disastro ha colpito Dharali, una località turistica situata nello Stato indiano dell’Uttarakhand, nella regione himalayana del nord del Paese. Secondo le autorità locali, la zona è stata travolta da una frana improvvisa causata da un violento acquazzone. Il flusso di detriti ha colpito l’insediamento a valle, distruggendo edifici di più piani.

«Un’enorme frana di fango ha colpito Dharali, innescando un improvviso flusso di detriti e acqua attraverso l’insediamento», ha dichiarato Pushkar Singh Dhami, primo ministro dell’Uttarakhand, sottolineando che per ora non sono state confermate vittime, ma si lavora contro il tempo.
Il Dipartimento Meteorologico Indiano ha emesso un’allerta rossa per l’area, dopo aver registrato precipitazioni di eccezionale intensità. In alcune zone dello Stato, sono caduti fino a 21 centimetri di pioggia in poche ore. Un volume d’acqua che, in un ambiente montano e instabile, può trasformarsi in una trappola mortale.
La stagione dei monsoni, tra giugno e settembre, è spesso segnata da eventi estremi in India. Tuttavia, gli esperti avvertono che il cambiamento climatico sta rendendo questi fenomeni sempre più violenti e imprevedibili, specialmente in aree già vulnerabili come quella himalayana.
Molti residenti sarebbero sfuggiti alla tragedia per un colpo di fortuna: una fiera religiosa in corso in un’altra zona aveva attirato numerosi abitanti lontano dal centro di Dharali, proprio nelle ore della frana. «Si è evitato un Vajont indiano», ha detto un funzionario all’agenzia France Presse, riferendosi alla tragedia italiana del 1963.
Le operazioni di ricerca e salvataggio proseguono, mentre il governo dello Stato ha chiesto supporto alle agenzie federali e alle forze di emergenza. Le autorità hanno anche disposto il monitoraggio di altre zone a rischio, temendo ulteriori smottamenti.
Il primo ministro dell’Uttarakhand ha invitato la popolazione alla massima prudenza e ha promesso un’indagine sulle condizioni dei terreni e sulla tenuta delle infrastrutture turistiche nella regione. Il bilancio finale potrebbe aggravarsi, ma intanto il disastro rilancia l’allarme sulla vulnerabilità dei centri montani indiani.