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Ponte sullo Stretto, arriva l’ok: la rivelazione sui lavori, cosa bisogna sapere

Pubblicato: 05/08/2025 17:51

Da sogno millenario a progetto operativo: il Ponte sullo Stretto di Messina diventa realtà. L’opera, progettata da Webuild e coordinata dalla società Stretto di Messina S.p.A., prenderà il via nell’estate del 2025 e sarà completata entro il 2032. Inserito nel corridoio TEN-T europeo, il ponte promette di rivoluzionare i collegamenti tra Sicilia e Calabria, diventando un’infrastruttura strategica per tutta l’Europa meridionale.

Il ponte sarà un colosso ingegneristico da record: 3.666 metri di lunghezza complessiva, una campata centrale di 3.300 metri – la più lunga al mondo per un ponte sospeso – e una larghezza di 60,4 metri. Avrà sei corsie stradali, due binari ferroviari e due corsie di emergenza. Le torri principali, alte 399 metri, saranno visibili da decine di chilometri di distanza. L’intera struttura sarà progettata per resistere a venti oltre i 200 km/h e a terremoti fino a magnitudo 7.1.

Il cronoprogramma dei lavori è già stato delineato. Si partirà con la cantierizzazione e la preparazione delle aree interessate. Seguirà la realizzazione dei piloni, il montaggio delle campate e la posa dei cavi portanti tramite un sistema di zattere. Entro il 2032 saranno completati anche 40 km di raccordi stradali e ferroviari per collegare il ponte alle principali direttrici di trasporto nazionale.

Il costo dell’opera è stimato in 13,5 miliardi di euro, come indicato nel Documento di economia e finanza 2024. Il finanziamento arriverà da fondi pubblici italiani, risorse europee e un aumento di capitale della società Stretto di Messina. Il ritorno stimato è di circa 4 miliardi di euro, con un tasso di rendimento del 4,5%, superiore alla media degli investimenti infrastrutturali pubblici.

I benefici economici sono significativi: tra 100 e 120 mila nuovi posti di lavoro, un impatto positivo sul PIL nazionale (fino a 3 miliardi l’anno) e la riduzione del costo dell’insularità, stimato in oltre 6,5 miliardi annui solo per la Sicilia. Il ponte sarà anche il punto terminale sud del corridoio TEN-T Scandinavo-Mediterraneo, collegando Palermo con Helsinki attraverso una rete di trasporti integrata e sostenibile.

Il corridoio TEN-T è una delle nove dorsali strategiche della rete Trans-European Transport Network, che mira a migliorare la mobilità europea e il trasporto intermodale. Il Ponte sullo Stretto diventerà così non solo una connessione locale, ma un tassello fondamentale per l’interconnessione del sistema logistico europeo, facilitando gli scambi commerciali lungo uno degli assi più trafficati del continente.

Il progetto adotta soluzioni di ingegneria avanzata: sarà progettato per durare almeno 200 anni e dotato di sistemi di monitoraggio e manutenzione automatizzata, oltre a sensori per la sicurezza sismica e ambientale. Questo modello potrebbe fare scuola, aprendo la strada a una nuova generazione di ponti sospesi ispirati al “Messina style”.

Tuttavia, non mancano le criticità. L’area dello Stretto è tra le più sismiche d’Europa, e i venti forti rappresentano una sfida costante. Le soluzioni tecniche previste dovranno garantire sicurezza in ogni condizione climatica. Non è ancora chiaro il costo del pedaggio per gli utenti: si ipotizzano tariffe competitive rispetto ai traghetti, che comunque non saranno eliminati ma riconvertiti a scopi alternativi. Alcuni comitati locali sollevano perplessità su impatto ambientale e priorità dell’investimento.

Un aspetto meno noto ma rilevante è la possibilità che il ponte venga classificato come infrastruttura strategica dual use, ovvero utile sia a fini civili che militari. Secondo alcuni analisti, il ponte potrebbe rientrare tra le spese NATO, agevolando la mobilità rapida di truppe e mezzi nel Mediterraneo. Questa classificazione permetterebbe all’Italia di contabilizzare parte dell’investimento nella spesa per la difesa, in linea con gli impegni dell’Alleanza Atlantica.

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