
“È il triste, drammatico epilogo di una storia di cui si supponeva già il finale. Sara è stata uccisa, Stefano si è tolto la vita e l’unica responsabilità è da attribuire allo Stato.” Con queste parole, l’avvocato Giuseppe Cultrera commenta il suicidio di Stefano Argentino, accusato dell’omicidio di Sara Campanella, avvenuto lo scorso 31 marzo. L’avvocato ha esposto la sua amarezza, sottolineando che la tragedia avrebbe potuto essere evitata se fosse stato accolto l’appello per una perizia psichiatrica che lui stesso aveva richiesto. Secondo l’avvocato, se fosse stata concessa, almeno una delle due vite — quella di Stefano o quella di Sara — avrebbe potuto essere salvata.
Le accuse contro lo Stato e il destino tragico delle famiglie
L’avvocato Cultrera: “Io avevo chiesto una perizia psichiatrica perché avevo compreso Stefano e i suoi problemi…mi ero fatto portavoce degli stessi fuori dal carcere e il GIP me l’ha negata. Avrebbe potuto salvare almeno una delle due vite, invece lo Stato dovrà sentirsi responsabile del misfatto. Auspico solo che le due famiglie, accomunate da un immane dolore di un destino avverso possano trovare la pace terrena in un abbraccio silenzioso di dolore, antefatto ed epilogo di un qualcosa che non sarebbe mai dovuto succedere e che avrebbe potuto essere evitato”. Il legale esprime inoltre la sua speranza che le due famiglie, unite dal dolore di un destino tragico e inevitabile, possano trovare almeno un po’ di pace. Tuttavia, questa tragedia avrebbe potuto essere evitata, e il risultato finale lascia tutti con il cuore spezzato.

Stefano Argentino, accusato di aver ucciso Sara Campanella, si è suicidato oggi, 6 agosto, verso le 17:00, nel carcere di Messina. Argentino si sarebbe allontanato dagli altri detenuti, prima di togliersi la vita impiccandosi. Le prime informazioni hanno fatto sapere che la Procura di Messina ha aperto un fascicolo per verificare le cause del suicidio e accertare la responsabilità di chi avrebbe dovuto vigilare su di lui.
Le critiche alla gestione del caso e le parole della polizia penitenziaria
Secondo alcune fonti sindacali della polizia penitenziaria, Stefano Argentino aveva subito una riduzione della sorveglianza 15 giorni prima del tragico evento. Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato della polizia penitenziaria, ha dichiarato: “Quella di Stefano Argentino, detenuto per l’omicidio di Sara Campanella, che si è tolto la vita oggi pomeriggio nel carcere di Messina, è una tragedia annunciata.” Secondo Di Giacomo, le prime settimane di detenzione, specialmente per chi ha commesso crimini violenti, sono i periodi più a rischio per il suicidio. Argentino, infatti, aveva già manifestato intenti suicidari dopo il suo arresto, e aveva bisogno di un controllo costante.
Con il suicidio di Stefano Argentino, la tragedia di Sara Campanella subisce un nuovo, doloroso colpo. La famiglia della giovane vittima, ancora sconvolta dal femminicidio, si trova ora di fronte all’ulteriore lutto del suicidio dell’uomo accusato di averle tolto la vita. L’intera vicenda rimane segnata da interrogativi irrisolti e da una sensazione di vuoto che difficilmente potrà essere colmato.