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Italia. Ammazzata “come un cane”, è stato il figlio: cosa le ha fatto, disumano

Pubblicato: 06/08/2025 17:23

In alcune storie si mescolano dolore, incredulità e l’inevitabile senso di sgomento che accompagna certi eventi drammatici. Spesso è tra le mura domestiche, in spazi che dovrebbero offrire protezione e serenità, che si consumano gli episodi più oscuri, quelli che lasciano una ferita profonda non solo nei familiari, ma in intere comunità.

Quando emergono i dettagli, diventa difficile comprendere come tutto sia potuto accadere. Le domande si moltiplicano: c’erano segnali? Qualcuno poteva intervenire prima? In questo caso, solo le indagini potranno chiarire l’intera dinamica, ma i primi riscontri raccontano una verità già abbastanza agghiacciante.

La tragedia in una casa di Polesine Zibello

È accaduto a Polesine Zibello, in provincia di Parma, dove una donna di 70 anni, cittadina indiana, è morta dopo essere stata ricoverata all’ospedale Maggiore di Parma. Il decesso è avvenuto lunedì scorso, ma è stato solo dopo 36 ore che gli investigatori hanno avuto i primi riscontri decisivi. Al centro delle indagini c’è il figlio della vittima, un uomo di 51 anni, ora accusato di omicidio pluriaggravato.

La svolta è arrivata grazie alla segnalazione della direzione sanitaria dell’Asl di Parma, che ha comunicato l’anomalia intorno alle 18:30 del 4 agosto. La causa della morte, secondo le prime valutazioni mediche, è un’“emorragia cerebrale con segni di traumatismo esterno”, anche se sarà l’autopsia a fornire conferme definitive.

Una chiamata ai soccorsi e molti dubbi

Stando alle ricostruzioni, la richiesta di aiuto era partita proprio dal figlio, alle 8:15 di lunedì mattina. L’uomo avrebbe riferito che la madre aveva avuto un malore improvviso. La donna era stata poi trasportata in elicottero all’ospedale, dove i sanitari hanno subito sollevato dubbi: le sue condizioni erano troppo gravi per essere compatibili con un semplice malore.

I soccorritori del 118, ascoltati dai carabinieri, hanno raccontato di essere stati accolti dal figlio della vittima, il quale aveva elencato loro tutte le patologie della madre. Tuttavia, la donna presentava lividi e segni sospetti, che secondo i militari erano “riconducibili a traumatismi pregressi rispetto alle operazioni di soccorso”.

Una casa segnata dalla violenza

Durante l’intervento, sarebbe anche scoppiato un litigio tra le persone presenti nell’abitazione. Non tutti capivano l’italiano, ma un presente, grazie alla mediazione telefonica di un conoscente, aveva chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Aveva intuito che la donna era stata colpita. Il figlio, tuttavia, ha sempre sostenuto che i lividi fossero il risultato di una caduta avvenuta alcuni giorni prima.

Eppure la versione ufficiale non regge, soprattutto alla luce delle testimonianze dei vicini: “Spesso si sentiva la donna gridare, veniva aggredita ogni giorno. Diceva di voler tornare in India perché temeva che il figlio l’avrebbe uccisa”, hanno raccontato.

L’aggressione e il tentativo di fuga

L’aggressione ritenuta fatale sarebbe avvenuta il 2 agosto, quando il figlio avrebbe colpito la madre alla testa. Dopo due giorni in coma, la 70enne è morta. Le prime evidenze mediche parlano chiaro: i traumi erano compatibili con percosse, non con una caduta accidentale. Nei confronti dell’uomo è stata disposta una misura cautelare, poiché avrebbe tentato di allontanarsi dalla zona, forse nel tentativo di fuggire.

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Ultimo Aggiornamento: 06/08/2025 17:24

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